Del Dott. Mercola
La sindrome da fatica cronica (CFS) è una condizione debilitante in cui le persone soffrono di stanchezza implacabile a prescindere dal riposo di cui beneficiano. Il dolore e l'infiammazione cronica sono altri segni distintivi. Numerosi altri nomi vengono utilizzati anche per questa condizione, tra cui:
- Encefalopatia mialgica/encefalomielite mialgica (ME)
- Sindrome da affaticamento post-virale (PVFS)
- Sindrome da disfunzione immunitaria da affaticamento cronico (CFIDS)
- Malattia da intolleranza allo sforzo sistemico (SEID)
La designazione più comune è ME/CFS e, secondo il CDC, circa il 90% delle persone con ME/CFS non ha ancora ricevuto una diagnosi. In passato, la ME/CFS era in genere considerata un problema psicologico, ma negli anni più recenti i ricercatori hanno scoperto elementi fisiologici comuni tra gruppi di individui che convalidano i loro sintomi.
Ad esempio, i pazienti con ME/CFS tendono ad avere cambiamenti simili nei batteri intestinali e alcuni biomarcatori infiammatori nel sangue sembrano essere correlati ai sintomi della ME/CFS. Più di recente, i ricercatori hanno trovato ulteriore supporto per l'ipotesi che la ME/CFS sia radicata nella disfunzione mitocondriale, il che ha senso, considerando che i mitocondri sono responsabili della produzione di energia.
Queste minuscole centrali elettriche sono una rete interconnessa che distribuisce rapidamente ed efficacemente energia attraverso le cellule del corpo. I tuoi mitocondri sono anche responsabili della morte cellulare programmata e servono come importanti molecole di segnalazione che aiutano a regolare l'espressione dei tuoi geni.
Quando i mitocondri non funzionano correttamente, la bassa energia è un effetto collaterale naturale. Tenendo questo a mente, anche il rimedio diventa più chiaro. Una dieta chetogenica, ricca di grassi sani e povera di carboidrati netti, con proteine moderate, è una strategia dietetica chiave che aiuta a ottimizzare la funzione mitocondriale.
Che cos'è la sindrome da fatica cronica?
Fino a poco tempo fa, alla diagnosi di ME/CFS si arrivava per esclusione. Ciò significava che tutte le altre malattie che presentavano i sintomi della ME/CFS dovevano essere escluse prima che i medici potessero suggerire che soffrivi di ME/CFS. I sintomi della ME/CFS possono variare ampiamente da un individuo all'altro.
Il sintomo più comune è la stanchezza travolgente che peggiora con il dispendio di energia fisica o mentale e non migliora con il riposo. Potrebbero essere necessarie fino a 48 ore dopo l'attività per provare la stanchezza completa. Altri sintomi della condizione possono imitare altre condizioni mediche e includono:
Dolore muscolare |
Problemi di memoria |
Mal di testa |
Mal di gola |
Dolore a più articolazioni |
Difficoltà a dormire |
Linfonodi sensibili |
Contrazioni muscolari visibili (fascicolazioni) |
Difficoltà a concentrarsi |
Soglia di attenzione breve |
Problemi a trovare le parole |
Sudorazione eccessiva |
Palpitazioni |
Svenimenti |
Goffaggine |
Ghiandole ingrossate |
Sintomi intermittenti simili all'influenza |
Intolleranza all'alcool |
Sintomi dell'intestino irritabile |
Sbalzi d'umore |
Controllo della temperatura corporea |
Intolleranza alimentare |
Problemi gastrointestinali |
Ipersensibilità alla luce e al rumore |
La ME/CFS è un effetto collaterale dell'esaurimento cellulare
Come accennato, i ricercatori hanno ora identificato quello che sembra essere un problema alla radice: l'esaurimento a livello cellulare. Questo studio è stato pubblicato su PLOS One alla fine di ottobre 2017. Le cellule immunitarie nel sangue dei pazienti con diagnosi di ME/CFS "mostrano chiari segni di bassa produzione di energia", riporta Science Alert. Ciò offre seri indizi di disfunzione mitocondriale, poiché i mitocondri sono responsabili della produzione di energia.
In breve, i pazienti con ME/CFS non hanno la capacità di compensare l'aumento dello stress a livello cellulare e la fatica debilitante che sperimentano è dovuta all'incapacità di produrre l'energia cellulare necessaria per mantenere il corpo pienamente funzionante. I loro mitocondri non sono semplicemente in grado di produrre abbastanza ATP per mantenere un gradiente di energia attraverso le loro membrane cellulari.
La ME/CFS è anche collegata alla mancanza di diversità microbica nell'intestino
Un altro studio pubblicato sulla rivista Microbiome ha valutato il sangue e le feci di 48 persone con diagnosi di ME/CFS e ha confrontato i risultati con quelli di 39 persone sane. Qui, sono state riscontrate differenze nei campioni di feci e di sangue. Usando il sequenziamento del DNA, un processo per determinare l'ordine preciso dei nucleotidi in una molecola di DNA, hanno trovato una netta mancanza di diversità nel microbioma intestinale nelle persone colpite.
Sebbene questi cambiamenti non possano essere chiaramente identificati come la causa o la conseguenza della ME/CFS, i ricercatori sono stati incoraggiati dalla presenza di questi marcatori nell'83% del campione e dalla possibilità di opzioni di trattamento per ridurre i sintomi.
Trattare l'intestino gocciolante può aiutare i pazienti che soffrono di ME/CSF
I ricercatori teorizzano che i marker infiammatori nel sangue potrebbero essere il risultato di un "intestino gocciolante derivante da problemi intestinali che consentono ai batteri di entrare nel sangue". Anzi, altre ricerche recenti hanno confermato la presenza di oltre una dozzina di citochine infiammatorie nel sangue che sono strettamente correlate alla gravità dei sintomi segnalata nei pazienti affetti da ME/CFS.
Ciò conferma il sospetto di alcuni ricercatori che i sintomi intermittenti simil-influenzali e i dolori muscolari associati alla ME/CFS siano collegati a una risposta infiammatoria. È importante rendersi conto che esiste un legame distinto tra l'intestino gocciolante e gli alimenti che mangi. Probabilmente il singolo fattore più importante qui è l'erbicida glifosato, che è pervasivo.
Nel 2017, in tutto il mondo, sono stati utilizzati annualmente 2 miliardi di chilogrammi di glifosato. Il glifosato decimerà le giunzioni strette e contribuirà all'emersione dell'intestino gocciolante. Fortunatamente, puoi ridurre radicalmente la tua esposizione mangiando biologico ed evitando cibi trasformati, che di solito sono contaminati. Puoi anche controllare il tuo livello di glifosato con un semplice test delle urine, per vedere quanto sei stato esposto.
I cereali e le lectine, persino quelli biologici non OGM, sono particolarmente problematici. La ricerca dimostra che il glutine stimola una molecola proteica nell'intestino chiamata zonulina, che innesca l'apertura di giunture tra le cellule del rivestimento intestinale. In pratica, rende l'intestino più permeabile, permettendo alle particelle di cibo di penetrare nel flusso sanguigno, causando infiammazioni, reazioni immuni e aumentando il rischio di disordini autoimmuni.
Anche alcune lectine vegetali possono contribuire all'intestino gocciolante, legandosi ai siti dei recettori sulle cellule della mucosa intestinale, interferendo così con l'assorbimento dei nutrienti attraverso la parete intestinale. In quanto tali, agiscono come "antinutrienti" e possono avere un effetto dannoso sul tuo microbioma intestinale spostando l'equilibrio della flora batterica.
Tra i peggiori colpevoli ci sono l'agglutinina di germe di grano (WGA), che si trova nel grano e in altri semi della famiglia delle erbe. In effetti, secondo il dott. Steven Gundry, autore di "Il paradosso delle piante: I pericoli nascosti negli alimenti "sani" che causano malattie e aumento di peso", il glutine è un problema minore rispetto al WGA.
Le prove suggeriscono che le lectine sono fortemente associate ai disturbi autoimmuni in generale, quindi chiunque abbia problemi con un sistema immunitario disfunzionale potrebbe voler seriamente considerare di sperimentare una dieta a basso contenuto di lectina. Come per la ME/CFS, l'intestino gocciolante non è un precursore automatico. Tuttavia, guarire e sigillare l'intestino e ridurre la risposta infiammatoria nel corpo può comportare una riduzione significativa dei sintomi di affaticamento cronico sostenendo il sistema immunitario.
La dieta chetogenica può accelerare la risoluzione della fatica cronica
Nel 2015 la dott.ssa Courtney Craig, chiropratica e nutrizionista, ha scritto della sua esperienza personale con la dieta chetogenica. Con la diagnosi di CFS nei suoi anni dell'adolescenza, è stata in grado di controllare le sue condizioni utilizzando una serie di strategie integrative di salute, tra cui il digiuno intermittente e la chetosi nutrizionale. Nel descrivere una ricaduta particolarmente straziante, continua a discutere su come il passaggio ad una dieta chetogenica la aiutò a riprendersi rapidamente. Scrive, in un estratto:
"Avevo bisogno di un serio ripristino immunitario e mitocondriale... Quindi, ho modificato la mia solita dieta paleo e sorprendentemente mi sono rimessa in forma molto rapidamente... Ho iniziato a consumare circa l'80% delle mie calorie da grassi sani... Questo è qualcosa che faccio periodicamente quando la fatica ritorna a perseguitarmi... La pratica è anche sostenuta da medici come... il Dott. Thomas Seyfried...
Ho attivato il mio metabolismo. Ho smesso di fare così tanto affidamento sul glucosio per il metabolismo, e al contrario ho incoraggiato il mio fegato a scomporre quei grassi nella dieta in chetoni, ossia una fonte di energia molto più "pulita"... L'aspetto negativo del bruciare carboidrati per generare energia è la produzione di stress cellulare e radicali liberi. I chetoni forniscono un'energia "più pulita" per le cellule e sono meno dannosi per le membrane cellulari... Una dieta chetogenica può essere iniziata con un digiuno da 12 a 72 ore.
Quindi la dieta viene mantenuta consumando il 75-90% di calorie in grassi, mentre il resto proviene da moderate quantità di proteine e pochissimo carboidrato. La dieta chetogenica dovrebbe essere presa in considerazione quando si ha a che fare con la ME/CFS... Una serie di ricerche su animali e umani ha messo in evidenza alcuni dei meccanismi attraverso i quali i chetoni dietetici promuovono la salute cellulare."
Infatti, quando il tuo corpo è in grado di bruciare i grassi per ottenere energia, il tuo fegato crea grassi idrosolubili (chetoni) che:
- Bruciano molto più efficacemente dei carboidrati, creando così meno specie reattive dell'ossigeno e radicali liberi secondari che possono danneggiare le membrane cellulari mitocondriali, le proteine e il DNA
- Riducono l'infiammazione, essendo inibitori delle deacetilasi istoniche
- Simulano gli effetti di prolungamento della vita dovuto ad una restrizione di calorie, il che include anche il miglioramento del metabolismo del glucosio e la riduzione di infiammazione
- Hanno una struttura simile agli amminoacidi a catena ramificata, così da aiutare la costruzione di massa muscolare e promuovere la longevità
L'importanza della chetosi ciclica
La chetosi nutrizionale è lo stato metabolico in cui il fegato aumenta la produzione di chetoni, ovvero, quando biologicamente si iniziano a bruciare i grassi, e si raggiunge quando i chetoni nel sangue raggiungo l'intervallo da 0,5 a 3,0 millimoli per litro. Come linea guida generica, l'assunzione di una quantità di carboidrati netti che va dai 20 ai 50 grammi (o meno) al giorno (carboidrati totali senza fibre), insieme a una quantità di proteine bassa o moderata, dovrebbe essere abbastanza bassa per permetterti di raggiungere la chetosi nutrizionale.
Tuttavia, una volta raggiunta la flessibilità metabolica e quando sarai in grado di generare chetoni con chetosi nutrizionale, è importante includere di tanto in tanto un consumo maggiore di carboidrati. Nonostante tutti i suoi benefici, la chetosi continua ha in realtà alcuni aspetti negativi che possono essere facilmente evitati implementando un regime ciclico di "abbondanza e carestia". Descrivo dettagliatamente le ragioni nel mio libro "Trasforma il grasso in energia". In sintesi, la chetosi ininterrotta a lungo termine può innescare un aumento della glicemia portando ad un livello di insulina troppo basso.
Questa situazione paradossale può verificarsi perché la funzione principale dell'insulina non è condurre lo zucchero nelle cellule, ma sopprimere la produzione di glucosio del fegato (gluconeogenesi epatica).
Seguire una chetosi nutrizionale ciclica previene efficacemente questo aumento di zucchero nel sangue in assenza di glucosio elevato. Quindi, una volta che sarai in grado di bruciare grassi come fonte di energia, è importante che per uno o due giorni a settimana mangi più carboidrati netti e proteine, specialmente quando svolgi allentamenti di forza, per prevenire la sarcopenia.
Dopo un giorno o due di "abbondanza", devi tornare allo stato di chetosi nutrizionale (la fase di "digiuno") per il resto della settimana. Aumentando periodicamente l'assunzione di carboidrati, e consumando all'incirca 100 o 150 grammi di carboidrati invece che dai 20 ai 50 grammi al giorno, il livello di chetoni aumenterà drasticamente e lo zucchero nel sangue si abbasserà.
I pazienti che soffrono di fatica cronica hanno bisogno di supporto mitocondriale
È importante capire come la funzione mitocondriale può influire sui sintomi di malattie croniche come la ME/CFS. È ovvio che una condizione che innesca una risposta infiammatoria e una disfunzione intestinale, e che provoca una fatica travolgente, risponderà favorevolmente alle strategie di trattamento che riducono l'infiammazione, guariscono il microbioma intestinale e supportano la funzione mitocondriale e la sintesi energetica.
Dal punto di vista dietetico, una dieta chetogenica ciclica potrebbe essere una strategia di base. Le seguenti raccomandazioni dietetiche aiuteranno anche a guarire e sigillare l'intestino, ridurre l'infiammazione e sostenere la produzione di energia sana.
Evita i prodotti con glutine e grano — Le gliadine, un componente del glutine, sono una classe di proteine presenti nel grano e nei cereali che aumentano la permeabilità dell'intestino. Tieni presente che il glutine si trova anche in altri cereali, non solo nel grano. |
Evita le lectine |
Riduci i tuoi carboidrati netti — Lo zucchero carboidrato, come i cereali, sconvolge l'equilibrio dei microbi nell'intestino. Lo zucchero è la fonte di cibo per i batteri che possono provocare danni alle pareti intestinali, mentre la fibra è la fonte di cibo per i batteri che costruiscono le membrane intestinali.
I tuoi carboidrati netti sono i grammi totali di carboidrati che hai mangiato in un giorno, meno i grammi di fibre che hai mangiato. La differenza sono i tuoi carboidrati netti. Cerca di ridurre i tuoi carboidrati netti a 50 grammi per 1.000 calorie di cibo che mangi ogni giorno. |
Aumenta l'assunzione di fibre — La fibra che assumi da cibi integrali è la fonte nutritiva per i batteri nell'intestino che aiutano a mantenere e costruire le cellule della membrana nelle pareti intestinali. Questo aiuta a sigillare gli "spazi" tra le cellule e riduce eventuali perdite di prodotti di scarto e batteri nel flusso sanguigno. Concentrati sul consumo di verdure, noci e semi interi (ad eccezione delle varietà ricche di lectina). |
Mangia cibi fermentati — Gli alimenti fermentati sono un'ottima fonte di probiotici naturali per nutrire i microbi sani nell'intestino. Olive, sottaceti, kimchi, formaggio di mucche allevate ad erba, yogurt fatto in casa e crauti sono solo alcuni dei cibi che potresti non aver preso in considerazione. La scelta migliore è preparare questi alimenti in casa. |
Assumi integratori con sostanze nutritive importanti per la sintesi di energia cellulare come l'ubiquinolo, la forma ridotta del CoQ10 e il D-ribosio, un componente fondamentale dell'adenosina trifosfato o ATP. Mangia anche cibi ricchi di precursori di glutatione, zolfo e selenio per incoraggiare la produzione di glutatione. Il glutatione è uno dei più importanti antiossidanti del tuo corpo e un agente disintossicante naturale. |
Digiuna a intermittenza, assicurandoti di consumare l'ultimo pasto almeno tre ore prima di coricarti. La logica per evitare di mangiare a tarda notte è direttamente legata al modo in cui il tuo corpo produce energia. |
Altre strategie per aiutare a ridurre i sintomi della fatica cronica
Non esiste una cura nota per la ME/CFS, ma esistono strategie che possono aiutare ad alleviare i sintomi, oltre alle raccomandazioni dietetiche già menzionate. Il mio programma completo di terapia mitocondriale metabolica è descritto nel mio libro "Trasforma il grasso in energia". Termogenesi a freddo, fotobiologia, disintossicazione, esercizio fisico ed evitare campi elettromagnetici sono tutte strategie che aiuteranno a migliorare la salute e la funzione mitocondriale.
Con riguardo all'esercizio fisico, allenati in base alle tue capacità, concentrandoti sull'aumento della quantità di esercizio che è possibile gestire. La ricerca mostra che una combinazione di attività aerobica e allenamento di forza può migliorare i sintomi del dolore e della fatica. Anche esercizi lievi come lo yoga possono essere una parte eccellente del tuo programma, senza contare che lo yoga giova alla mente e al corpo.
Occorre anche affrontare i tuoi schemi mentali. Oltre alla talk therapy, consiglierei di provare le tecniche di libertà emotiva (EFT) per aiutare a normalizzare i circuiti bioenergetici. Eventi emotivamente traumatici possono lasciare "blocchi energetici" per molti anni, che quindi interferiscono con la salute generale, compresa la funzione immunitaria. Esistono molte tecniche diverse che possono essere utilizzate, ma l'EFT è la mia preferita ed è facile da imparare e applicare.