Del Dott. Mercola
È interessante notare che molte persone sostengono di aver pensato di essere sane fino a quando non gli è stato diagnosticato il cancro. Tuttavia, il buon senso dimostra che è impossibile: il cancro, come molte altre malattie, non si manifesta finché non si raggiunge circa l'80% della gravità.
La maggior parte dei tumori impiega anni, alcuni anche decenni, per progredire fino al punto di essere diagnosticabili. Come fa notare la dottoressa Nasha Winters, medico naturopata specializzato nel trattamento del cancro, “res ipsa loquitur” dal latino "i fatti parlano da soli".
In altre parole, in qualche modo, per arrivare alla diagnosi lo stile di vita non era del tutto sano, o semplicemente non si è riusciti a contrastare le inevitabili esposizioni tossiche a cui siamo tutti soggetti, nel mondo moderno di oggi.
L’efficacia dei metodi preventivi
Purtroppo, la medicina convenzionale presta poca attenzione alla prevenzione del cancro, e pochi medici sono adeguatamente formati per valutare i test di laboratorio che forniscono indicazioni precoci sull'insorgenza di questo tipo di problema, anche se ce ne sono diversi disponibili.
In "The Metabolic Approach to Cancer Treatment” Winters passa in rassegna diversi test di laboratorio spesso ignorati che possono dare una chiara visione d'insieme di come sta operando il sistema immunitario e se c’è un rischio di cancro o di altre malattie croniche.
Anche la dottoressa Leigh Erin Connealy affronta questo importante argomento nello studio "The Cancer Revolution": A Groundbreaking Program to Reverse and Prevent Cancer!”, ovvero “La rivoluzione del cancro: un programma innovativo per invertire e prevenire il cancro”, che è anche il titolo del suo libro (disponibile solo in inglese).
Anche se credi di essere in buona salute, trovare un medico che possa aiutarti a valutare il rischio di cancro e fornire una guida su come ottimizzare la tua salute sarebbe uno scenario ideale.
Ma cosa fare se ti è già stato diagnosticato un cancro? Questo è il punto centrale del presente articolo, anche se la maggior parte delle raccomandazioni valgono sia per la prevenzione che per il trattamento.
Affronta le tue emozioni
Avere gli strumenti per affrontare efficacemente il trauma emotivo dovuto alla diagnosi di tumore al seno è un primo passo importante. Uno dei miei strumenti preferiti è la Tecnica della Liberazione Emozionale (in inglese “Emotional Freedom Techniques” o EFT). Non è invasiva ed è facile da imparare, e può essere eseguita praticamente ovunque e in qualsiasi momento.
Di fronte a una diagnosi di cancro, è facile farsi prendere dal panico e perdere di vista il quadro generale. La maggior parte delle persone inizia immediatamente il trattamento convenzionale, che di solito prevede la chemioterapia, la radioterapia e/o la chirurgia.
Concentrarsi su sé stessi con l'EFT, la meditazione o qualsiasi altra forma di sollievo dallo stress che si ritiene efficace può aiutare a ritrovare la calma per poter prendere in considerazione anche delle alternative. La maggior parte delle persone pensa che la chemioterapia, le radiazioni e la chirurgia siano passi "obbligati", quando in realtà ora ci sono molti tipi diversi di trattamento.
È importante notare che, una volta fatta la chemio o le radiazioni estese, le possibilità di remissione attraverso metodi alternativi sono scarse.
Partire dalla dieta
Come ci si potrebbe aspettare, la dieta non solo può aiutare a prevenire lo sviluppo del cancro, ma è anche un tassello importante nel mosaico della terapia. L'approccio nutrizionale che ha ottenuto il più forte supporto scientifico è basato prevalentemente sul digiuno intermittente per cui si assume cibo inizialmente solo per sei o otto ore, per poi passare a quattro.
Questo contribuirà ad aumentare l'autofagia metabolica, ad abbassare la resistenza all'insulina, a migliorare il sonno, ad aumentare radicalmente la flessibilità metabolica, ad aumentare i chetoni e a migliorare la funzione mitocondriale, soprattutto se nella finestra del digiuno si aggiunge anche l'esercizio fisico.
Secondo la mia esperienza, la maggior parte delle persone si è adattata a bruciare carboidrati come fonte principale di energia, in opposizione alla combustione di grassi. Una delle strategie più efficaci che conosco per iniziare a bruciare i grassi è quella di digiunare per 16-18 ore al giorno.
Ricorda, il cancro è una malattia metabolica radicata nella disfunzione mitocondriale. In poche parole, le cellule tumorali bruciano il glucosio, che genera molte più specie reattive di ossigeno rispetto ai grassi e ai chetoni. Per bruciare i grassi, invece, la cellula deve essere sana e normale. Le cellule tumorali non possono bruciare i grassi, quindi una dieta ad alto contenuto di grassi e a basso contenuto di zucchero fa “morire di fame” il cancro mentre nutre le cellule sane.
Per essere chiari, il digiuno intermittente e la dieta chetogenica possono essere attuate in modo sicuro e facile anche se si sta affrontando un trattamento convenzionale contro il cancro. In effetti, possono davvero rendere più efficace la chemioterapia.
Il Centro oncologico “ChemoThermia” in Turchia, ad esempio, è specializzato in trattamenti chemioterapici a basse dosi per i tumori in fase avanzata, in gran parte resi possibili grazie all'implementazione della dieta chetogenica. Altre strategie utilizzate in questo centro oncologico includono il digiuno, l'ipertermia e l'ossigenoterapia iperbarica.
Perché la chetosi nutrizionale è così importante
Uno dei ricercatori leader in questo campo è Thomas Seyfried. Secondo lui, l'origine del cancro può derivare da un danno alla funzione respiratoria dei mitocondri, che innesca una fermentazione compensatoria gestita dai geni oncogeni.
Per sopravvivere, le cellule tumorali devono utilizzare la fermentazione, e i due carburanti fermentabili più disponibili nel microambiente del cancro sono il glucosio e la glutammina (uno degli aminoacidi più comuni che si trovano nelle proteine).
Per questo motivo, il targeting di glucosio e glutammina è una componente cruciale del trattamento del cancro. L'approccio più semplice è quello di portare il paziente alla chetosi terapeutica, e quindi mirare strategicamente alla disponibilità di glucosio e glutammina.
La ricerca di Seyfried fa anche luce su come funzioni il cancro metastatico e quindi sul suo trattamento. Secondo Seyfried, una cellula tumorale metastatica è essenzialmente un mix ibrido di un macrofago (una cellula del sistema immunitario) e una cellula staminale sregolata.
I macrofagi fanno parte del nostro sistema di difesa primaria contro le infezioni batteriche. Vivono sia nel flusso sanguigno sia nei tessuti e possono arrivare ovunque nel corpo. Quando si verifica una lesione o un'infezione, si spostano immediatamente per proteggere il tessuto.
Nel caso delle cellule tumorali metastatiche, la loro energia e funzione sregolata le fa proliferare fuori controllo, diffondendosi in modo imprevedibile attraverso il corpo. Come i normali macrofagi, anche le cellule tumorali metastatiche sono in grado di sopravvivere in ambienti ipossici, motivo per cui la maggior parte delle terapie angiogeniche sono inefficaci contro il cancro metastatico.
La ricerca di Seyfried suggerisce che, prendendo di mira strategicamente la glutammina, è possibile uccidere efficacemente queste cellule tumorali metastatiche.
Ossigenoterapia iperbarica e crioterapia
Un'altra componente che si inizia a vedere sempre di più nei programmi di trattamento olistico del cancro è l'aggiunta dell'ossigenoterapia iperbarica. Come accennato, è una delle terapie aggiuntive utilizzate presso il Centro oncologico ChemoThermia in Turchia.
Nel 2015, Seyfried, insieme a Dominic D'Agostino, un altro ricercatore che analizza il cancro come malattia metabolica, ha pubblicato un articolo che dimostra una fenomenale sinergia tra una dieta chetogenica e l'uso di ossigeno iperbarico per trattare i tumori metastatizzati.
Un'altra alternativa spesso ignorata e discussa, sempre nel nel libro di Connealy è la crioterapia, che consiste nel congelare le cellule tumorali. La crioterapia di solito funziona bene per il cancro al seno.
La vitamina D è essenziale
Ottimizzare l’assunzione di vitamina D è un’altra strategia fondamentale da considerare, indipendentemente dal tipo di trattamento oncologico scelto.
La ricerca scientifica ha dimostrato che la maggior parte dei tumori si manifesta in persone con un livello di vitamina D nel sangue compreso tra 10 e 40 nanogrammi per millilitro (ng/mL), e il livello ottimale per essere protetti dal cancro è tra 60 e 80 ng/mL.
In generale, è stato dimostrato che una volta raggiunto un livello minimo di vitamina D nel siero di 40 ng/mL, il rischio di cancro diminuisce del 67%, rispetto ad un livello di 20 ng/ml o meno. Diversi studi hanno anche provato che livelli più alti di vitamina D sono più protettivi, in modo specifico contro il cancro al seno.
Uno studio del 2005 ha dimostrato che le donne con livelli di vitamina D superiori a 60 ng/mL hanno un rischio di cancro al seno inferiore dell'83% rispetto a quelle sotto i 20 ng/mL. Non riesco a pensare a nessun'altra strategia che possa offrire questo tipo di riduzione del rischio.
Un'analisi congiunta pubblicata nel giugno 2018 che prende in esame due studi randomizzati e uno studio prospettico di coorte è giunta a una conclusione quasi identica. In linea con i risultati del 2005, le donne con livelli di vitamina D pari o superiori a 60 ng/mL avevano un tasso di incidenza di cancro al seno inferiore dell'82% rispetto a quelle con livelli pari o inferiori a 20 ng/mL.
La vitamina D aumenta anche le probabilità di sopravvivere al cancro, e l'evidenza suggerisce che l'aggiunta di vitamina D al trattamento convenzionale per il cancro può aumentarne l'efficacia.
Tutte le donne sono incoraggiate a iscriversi a progetti di prevenzione del cancro al seno, per tenere traccia del livello di vitamina D e aiutare ad anticipare un'insorgenza iniziale del cancro o, se l'hanno già avuto, prevenire una recidiva.
Altri consigli per il trattamento del cancro al seno
Dati clinici del Centro oncologico ChemoThermia in Turchia dimostrano che la chetosi nutrizionale e il digiuno possono migliorare radicalmente i risultati del trattamento e ridurre al minimo la necessità di chemioterapia, anche nei casi di cancro in stadio avanzato e difficili da trattare.
Altre strategie, oltre a quelle già discusse, che possono aiutare a minimizzare il rischio di cancro e a migliorare i risultati se aggiunte a un piano globale di trattamento del cancro sono le seguenti:
Sauna — La disintossicazione è un'altra componente cruciale. Siamo inondati da migliaia di tossine ogni giorno, molte delle quali hanno un potenziale cancerogeno. Uno dei modi più semplici e forse il più sicuro per eliminarle è attraverso una sauna a infrarossi a basso emisfero elettromagnetico, accoppiata con una luce a infrarossi. La pelle, infatti, rappresenta un importante organo di eliminazione.
Le cellule tumorali, inoltre, fanno più fatica a sopravvivere alle alte temperature. Credo fermamente che le saune a infrarossi, non a infrarossi lontani, siano le migliori in circolazione e consiglio vivamente la sauna “space”. |
Esercizio fisico — L’esercizio fisico riduce la resistenza all'insulina. Uno degli studi più recenti sull'esercizio fisico per combattere il cancro è stato pubblicato online il 5 agosto 2019. Ha rilevato che le donne che hanno fatto esercizio fisico e hanno perso peso hanno profili di biomarcatore del cancro al seno più favorevoli rispetto a quelle che hanno fatto esercizio fisico ma non hanno perso peso. |
Ridurre al minimo l'esposizione ai campi elettromagnetici (CEM) — Questo comprende le tecnologie wireless e il cablaggio domestico. |
Dormire otto ore ogni notte per ottimizzare la produzione di melatonina — la melatonina (un ormone con attività antiossidante e antitumorale) inibisce la proliferazione delle cellule tumorali e innesca l'apoptosi delle cellule tumorali (autodistruzione). Interferisce anche con i nuovi tumori del sangue necessari per la loro rapida crescita (angiogenesi). |
Ridurre l'esposizione alle tossine ambientali come i pesticidi, i detergenti chimici per la casa, i deodoranti sintetici e l'inquinamento dell'aria. |
Mangiare alimenti bolliti o cotti al vapore, piuttosto che fritti o arrostiti, per evitare la creazione di acrilammide, un noto agente cancerogeno. Per la stessa ragione, sono da evitare tutte le carni lavorate. |
Come parlare con qualcuno che ha ricevuto una diagnosi di cancro
Infine, ma non meno importante, alcuni consigli per amici e familiari di chi ha ricevuto una diagnosi di cancro o di qualche altra malattia cronica. Può essere molto difficile parlare di una malattia così devastante, sia per il paziente che per chi gli sta intorno.
Questo tema delicato viene affrontato in un articolo del luglio 2019 del “The Atlantic” nel quale Taylor Lorenz racconta la storia di Kate Bowler, una storica e autrice di 35 anni.
Nel 2015 Kate Bowler, ha cercato una cura per il mal di stomaco, che si è rivelato essere un cancro al colon al quarto stadio, e le è stato dato meno di un anno di vita.
Nonostante una triste diagnosi, è sopravvissuta. Oggi si occupa di educazione riguardo a come sostenere le persone nel pieno della propria sofferenza. Per esempio, suggerisce quanto segue:
- Non cercare di mettere a confronto la propria sofferenza con la loro — Anche se può sembrare strano, il modo in cui sperimentiamo la sofferenza è unicamente nostro, quindi ascoltare storie sulla situazione di qualcun altro non è solitamente d'aiuto. In questo modo focalizzerai anche l’attenzione su di te, spostandola da quella della persona malata.
- Non offrire soluzioni e strategie di trattamento a meno che non sia richiesto.
- Non dire che la sofferenza è "parte del piano di Dio" o che c’è dietro uno scopo più grande — la casualità accade. A volte è solo sfortuna. A volte, una storia tragica avrà un lieto fine, ma questo non è garantito.
- Mettiti a disposizione e sii presente — Scrive Lorenz: "Alcuni amici di Kate Bowler sono scomparsi dalla sua vita dopo la diagnosi perché non sapevano come affrontare la sua tragedia. Ma il tipo di persona che ha trovato più utile quando ha toccato il fondo, ha detto, era qualcuno che "si presenta, non chiede niente, e lavora a maglia davanti a te”.