Del Dott. Mercola
La sindrome da stanchezza cronica (Chronic Fatigue Syndrome - CFS), a volte chiamata anche Sindrome da stanchezza cronica e disfunzione immunitaria (Chronic Fatigue and Immune Dysfunction Syndrome - CFIDS), negli Stati Uniti è stata riconosciuta solo nel 1998 dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Per fortuna, la maggior parte dei dottori hanno ormai abbandonato la teoria secondo la quale la sindrome da stanchezza cronica esiste solo "nella testa del paziente" e non la considerano più un problema psicologico.
Sintomi e avvisaglie della sindrome da stanchezza cronica
Stanchezza e debolezza estreme, difficoltà a mantenere la postura eretta, giramenti di testa, problemi di equilibrio, e svenimenti |
Malessere dopo uno sforzo, della durata di 24 ore o più |
Dolori e fastidi muscolari e articolari |
Mal di gola, ghiandole ingrossate e febbre periodica con brividi |
Mal di testa cronici |
Intorpidimento o formicolio delle estremità |
Mente annebbiata, disfunzione cognitiva e/o mancanza di concentrazione |
Insonnia, e/o sonno non ristoratore, sudorazione notturna |
Disturbi visivi (annebbiamento, sensibilità alla luce e dolore agli occhi) |
Disturbi gastrointestinali |
Allergie e sensibilità a cibi, odori, prodotti chimici e farmaci |
Irritabilità, depressione e sbalzi d'umore |
I benefici della psicoterapia e dell'esercizio per chi soffre di stanchezza cronica
Nel 2011, un grosso studio randomizzato noto come “PACE” ha stabilito che, la sindrome da stanchezza cronica, potrebbe essere trattata efficacemente con terapia cognitiva comportamentale (psicoterapia) e la terapia con esercizi graduati.
Gli esercizi ad alta intensità, normalmente consigliati a persone in salute, non sono, invece, raccomandati per chi soffre di questa sindrome, ma una camminata lenta e di durata crescente, fino a una o due ore al giorno, potrebbe rivelarsi efficace.
I risultati di quello studio hanno dimostrato che dopo 52 settimane le persone che si sono sottoposte alla terapia della parola o agli esercizi graduali, avevano punteggi di stanchezza media significativamente più bassi rispetto a quelle che non hanno ricevuto nessun altro trattamento, se non consigli medici, su come gestire i sintomi (come l'insonnia e il dolore).
Anche i pazienti che si sono sottoposti a psicoterapia o a esercizi terapeutici graduali hanno ottenuto un punteggio più alto nei test di funzionalità fisica, rispetto a quelli trattati solo con un parere medico generale.
Il team di ricerca britannico ha poi pubblicato uno studio di verifica sulla sperimentazione PACE, nel quale emerge che questi due trattamenti hanno avuto effettivamente benefici anche sulla lunga durata.
I miglioramenti ottenuti dai pazienti dopo un anno di psicoterapia, durante la quale è stato loro insegnato come il pensiero possa influire sui sintomi o di esercizio fisico con graduale aumento dell’intensità, sono rimasti stabili anche 2 anni e mezzo dopo il trattamento originale.
Tre nutrienti importanti per aumentare l'energia
Mentre i ricercatori stentano ancora a comprendere i meccanismi che causano i sintomi ad ampio spettro della sindrome da stanchezza cronica, sembra chiaro che sia coinvolta una compromissione della funzione del sistema immunitario e/o una sorta di disfunzione mitocondriale.
L'American Healthcare Foundation suggerisce, infatti, che questa sindrome è più propriamente una sindrome post-virale o post-infettiva. A essa sono stati collegati un certo numero di organismi infettivi, anche se le prove definitive che sia causata da un'infezione persistente sono ancora sottili.
Nonostante tali incertezze, una sana sintesi energetica e funzione mitocondriale, ottenute attraverso la nutrizione, possono essere molto utili per alleviare alcuni dei sintomi.
È anche importante ridurre al minimo la produzione di elettroni in eccesso nei mitocondri, che generano radicali liberi responsabili di danneggiare ulteriormente la produzione di energia. Il segreto per ridurre il danno mitocondriale è limitare la generazione dei radicali liberi, e questo si ottiene più efficacemente con la restrizione calorica o con il digiuno intermittente.
Evitare di mangiare poco prima di andare a dormire favorirà, in ultima analisi, la distruzione prematura dei mitocondri. Riepilogo la meccanica di tutto questo in un paragrafo qui sotto. Ma prima di tutto, diamo un'occhiata a tre sostanze nutritive di particolare importanza per sostenere la produzione di energia cellulare e proteggere i mitocondri:
- Ubiquinolo (la forma ridotta del CoQ10, uno dei più forti antiossidanti liposolubili conosciuti che viene prodotto all'interno del corpo)
- D-ribosio (elemento centrale dell'ATP)
- Glutatione (tra gli antiossidanti più importanti del corpo e un agente disintossicante naturale)
Le proprietà energizzanti dell'ubiquinolo
Il Coenzima Q10 (CoQ10) è utilizzato da ogni cellula del corpo per la produzione di energia ed è quindi vitale per salute, livelli di energia elevati, longevità e qualità della vita in generale. Aiuta anche a proteggere dai danni cellulari dei radicali liberi.
L'Ubiquinolo è la forma ridotta del CoQ10, quella che il corpo di fatto utilizza naturalmente per trasferire gli elettroni liberi. Secondo la scienza, la forma ridotta è migliore per la salute per diversi motivi, in particolare per la superiore biodisponibilità se si hanno più di 25 anni.
Se hai meno di 25 anni, il corpo di solito è in grado di convertire il CoQ10 nella forma ridotta in modo abbastanza buono, e la spesa aggiuntiva per l'acquisto di un integratore non è necessaria. Tuttavia, se si è più avanti con l'età, per il corpo è sempre più difficile convertire il CoQ10 ossidato in ubiquinolo.
Ti preoccupi che un integratore con ubiquinolo possa o meno influire negativamente sulla produzione di esso da parte del corpo? Per fortuna, diversi studi hanno dimostrato che non è questo il caso.
Anche con livelli molto elevati di ubiquinolo, più di migliaia di milligrammi al giorno per un periodo di tempo considerevole, la produzione naturale rimane inalterata. Anche con dosi molto elevate, non sono mai stati riscontrati o segnalati effetti collaterali o interazioni con i farmaci, quindi l’assunzione sembra essere molto sicura.
È interessante notare che, nonostante si tratti di un antiossidante lipidico (grasso) solubile, più difficile da assorbire, l'ubiquinolo è "particolare". Il suo tasso di assorbimento sembra essere calcolato in base alla domanda metabolica del corpo, il che è ottimo.
Il tasso di assorbimento è fondamentalmente auto-regolante, quindi diventa molto difficile prenderne troppo: chi è in salute ne assorbe meno, chi è malato o soffre di malattie croniche ne assorbe di più.
Detto questo, dato che è liposolubile, per garantire una biodisponibilità e un assorbimento ottimali, è meglio consumarlo insieme a un pasto o con qualche tipo di grasso come l'olio d'oliva, o olio di cocco.
Dati i suoi profondi e ben documentati benefici sulla salute, insieme all’assenza di effetti negativi, l’integrazione con l’ubiquinolo non deve essere tralasciata nel combattere la sindrome da stanchezza cronica.
Chiaramente, la dieta e l'esercizio fisico sono i capisaldi di una salute ottimale, ma ci sono prove schiaccianti secondo le quali l'ubiquinolo possa contribuire notevolmente all'ottimizzazione dei livelli di energia. Sono rimasto così colpito dalle recenti ricerche sull'ubiquinolo che ho raddoppiato la dose a 200 mg al giorno.
Il D-ribosio aiuta le cellule che hanno esaurito l'energia a recuperare
Un’altra sostanza da non sottovalutare nella lotta contro la sindrome da stanchezza cronica è il D- Ribosio. Si tratta di uno zucchero a cinque carboni, uno dei tre gruppi principali che compongono l’adenosina trifosfato (ATP), che è un coenzima usato come vettore energetico in ogni cellula del corpo.
Come componente strutturale o blocco strutturale dell'ATP, il D-ribosio è coinvolto nella sintesi di energia nelle cellule. Le ricerche risalenti agli anni '70 hanno scoperto che dare ai pazienti un supplemento di D-ribosio prima o subito dopo l'ischemia cardiaca (quando un blocco nelle arterie cardiache provoca una riduzione del flusso sanguigno, impedendo l’arrivo di ossigeno sufficiente all’organismo), ha permesso al cuore di recuperare il suo normale livello di energia cellulare.
Quando si assume un integratore di D-ribosio, la stragrande maggioranza di esso (circa il 97%) viene assorbito nel sangue e rapidamente distribuito nei vari tessuti del corpo. Una volta all'interno delle cellule, il corpo utilizza il D-ribosio per sintetizzare e ripristinare i livelli di energia cellulare.
Per quanto riguarda il dosaggio, la ricerca suggerisce che quasi ogni quantità di D-ribosio supplementare aiuterà le cellule impoverite a recuperare energia. Anche solo 500 milligrammi (mg) possono essere utili.
Se si è alle prese con stanchezza cronica o con altri problemi di salute, è probabile che si abbia bisogno di una quantità maggiore. Il dosaggio standard consigliato è di 3-5 grammi al giorno. Anche se biochimicamente si tratta di uno zucchero, non viene bruciato per ottenere energia come gli altri zuccheri, anzi viene conservato per produrre ATP e parti di DNA e RNA.
Il ruolo del glutatione nella sindrome di stanchezza cronica
Un altro alleato fondamentale nella lotta contro la stanchezza cronica è il glutatione, come dimostra l’American Healthcare Foundation che ha presentato una preziosa sintesi dei suoi relativi benefici. Il suo valore primario è nello specifico la capacità di promuovere una sana funzione del sistema immunitario.
Anche se non ha che fare con la generazione di energia delle cellule in sé, aiuta ad eliminare le tossine che possono disturbare la sintesi dell'energia cellulare, in più la sua capacità antiossidante consente di prevenire o ridurre la risposta al dolore.
Un'altra intrigante spiegazione del ruolo del glutatione nella stanchezza cronica è stata presentata sul sito web di Phoenix Rising, un gruppo di supporto online in lingua inglese per le persone con sindrome da stanchezza cronica. L'articolo è stato scritto dal defunto Rich Van Konynenburg, dottore di ricerca, un fisico (non un medico) che si era interessato personalmente a questa sindrome e ha trascorso 15 anni a studiarla, prima della sua morte nel 2012.
Nel 2004, lo studioso ha proposto un modello biochimico di esaurimento del glutatione dovuto allo stress, come causa della stanchezza cronica. Qualche anno dopo, ha elaborato un'ipotesi più precisa, il “Blocco del ciclo di esaurimento del glutatione e della metilazione”, che riteneva responsabile della sindrome da stanchezza cronica. Anche se queste informazioni sono congetture, molte persone affette da questo disturbo affermano di averne beneficiato, quindi te le sottopongo per permetterti di valutarle.
Come aumentare i livelli di glutatione
Il glutatione viene mal assorbito dal nostro organismo, per cui è meglio non assumerlo per via orale, ma utilizzare i suoi precursori. Una buona alternativa sono le proteine presenti nel siero del latte di alta qualità, crudo e prodotto da mucche allevate al pascolo, consumato senza aggiunta di dolcificanti.
Anche gli alimenti ad alto contenuto di zolfo e/o selenio favoriscono la produzione di glutatione da parte dell'organismo. Questi includono:
- Verdure crucifere (broccoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles, cavolo e cavolo nero)
- Alimenti di provenienza animale (uova, latticini, maiale, manzo, agnello, pollo e tacchino per il selenio e frattaglie per lo zolfo)
- Alcune erbe aromatiche, come cardo mariano, cardamomo, cannella, e curcuma
- Noci brasiliane e semi di girasole
Digiuno intermittente per alleviare dolore e stanchezza
Ci sono prove concrete secondo le quali la restrizione calorica può avere un ruolo significativo nella correzione della funzione mitocondriale, nonostante possa essere difficile da attuare, quando si soffre di stanchezza cronica.
Come spiegato in precedenza, quando nei mitocondri vengono prodotti elettroni in eccesso, essi creano radicali liberi altamente distruttivi. Il modo migliore per affrontare questo problema è limitare l'eccessiva produzione di elettroni: se ci sono meno elettroni liberi, è meno probabile che essi fuoriescano.
Come limitare gli elettroni liberi?
Uno dei modi più efficaci è attraverso la restrizione calorica, l'unico metodo collaudato per aumentare la durata della vita nei mammiferi. Lo svantaggio è che la restrizione calorica è estremamente difficile da rispettare per lunghi periodi di tempo.
Per fortuna, le ricerche hanno dimostrato che la dieta del digiuno intermittente limita efficacemente la restrizione calorica ed è molto più facile da rispettare, soprattutto se seguita quotidianamente.
In sintesi, è necessario limitare il consumo di cibo a una finestra di circa sei-otto ore, consumando l'ultimo pasto almeno tre ore prima di andare a dormire, anche se l’ideale sarebbe, però, arrivare a un massimo di sei ore.
I benefici di non mangiare in tarda serata
Il motivo per cui è necessario evitare di mangiare in tarda serata è direttamente legato al modo in cui il tuo corpo produce energia, di seguito ti spiego i dettagli.
I mitocondri sono responsabili di "bruciare" il carburante che il corpo consuma e di convertirlo in energia utilizzabile. Questi minuscoli derivati batterici vivono all'interno delle cellule e sono ottimizzati per creare energia dal cibo e dall'ossigeno presente nell’aria.
Le cellule hanno tra 100 e 100.000 mitocondri, con catene di trasporto di elettroni che li fanno passare dalla forma ridotta del cibo che mangi e si combinano con quelli dell'ossigeno proveniente dall'aria che respiri, per andare a formare acqua.
In questo processo vengono liberati i protoni nella membrana mitocondriale, che trasforma l'ADP adenosina difosfato (ADP) in adenosina trifosfato (ATP), la principale fonte di energia corporea.
L’effetto collaterale di questa catena di trasporto è la creazione di fuoriuscite che reagiscono all’ossigeno facendo nascere un radicale libero: il superossido. Il superossido, ovvero il prodotto della riduzione dell'ossigeno, è il precursore della maggior parte delle specie reattive dell'ossigeno, nonché un mediatore nelle reazioni ossidanti a catena.
Questi radicali liberi attaccano i lipidi delle membrane cellulari, i recettori delle proteine, gli enzimi, e il DNA, che può uccidere prematuramente i mitocondri.
Alcuni radicali liberi, in realtà, sono buoni, e il tuo corpo ne ha bisogno per regolare la funzione cellulare, il problema sorge quando c’è una produzione eccessiva di radicali liberi. Purtroppo, questo si verifica nella maggioranza delle persone, ed è il motivo per cui si contraggono la maggior parte delle malattie, specialmente il cancro. Ci sono due possibili soluzioni a questo problema:
- Aumentare gli antiossidanti
- Ridurre la produzione di radicali liberi effettuata dai mitocondri
Credo che una delle migliori strategie per ridurre la produzione di radicali liberi da parte dei mitocondri sia limitare la quantità di "carburante" con cui nutri il tuo corpo quando ha bisogno di minore energia, ovvero quando dormi.
Se nutri il corpo poco prima di andare a dormire, avrai grandi quantità di carburante di cui non ha bisogno e questo porterà a un aumento di energia non necessario, con la relativa dissipazione degli elettroni.
Gli elettroni dissipati si combineranno con l'ossigeno a formare i radicali liberi, che danneggiano il DNA, aumentando così il rischio di soffrire di malattie gravi.
Affrontare la stanchezza cronica richiede un approccio su più fronti
Ecco alcuni consigli per affrontare la stanchezza cronica:
- Allenati in base alle tue capacità, concentrandoti sull'aumento della quantità di esercizio che riesci a gestire. La ricerca mostra che una combinazione di attività aerobica e allenamento di forza può migliorare i sintomi del dolore e della fatica. Anche esercizi lievi come lo yoga sono eccellenti, senza contare il giovamento anche sulla mente e il corpo.
- Assumi integratori con sostanze nutritive importanti per la sintesi di energia cellulare come l'ubiquinolo e il D-ribosio.
- Mangia cibi ricchi di precursori di glutatione, zolfo e/o selenio per incoraggiare la produzione di glutatione. Cerca anche di sforzarti di evitare esposizioni tossiche.
- Prova il digiuno intermittente, assicurandoti di consumare l'ultimo pasto almeno tre ore prima di andare a dormire.
- Affronta i tuoi schemi mentali. Oltre alla talk therapy, ti consiglio le Tecniche di liberazione emotiva o emozionale (EFT) per aiutare a normalizzare i circuiti bioenergetici. Eventi emotivamente traumatici possono causare "blocchi energetici" per molti anni, che interferiscono con la salute generale, compresa la funzione immunitaria. Esistono molte tecniche diverse che possono essere utilizzate, ma l'EFT è la mia preferita ed è facile da imparare e applicare.