Perché scegliere prodotti di origine animale allevamenti al pascolo biologici

allevamenti al pascolo

BREVE RIASSUNTO-

  • La carne e i latticini ottenuti da animali che pascolano liberi e si nutrono di erba sono migliori per l'organismo, presentano una maggiore quantità di vitamine, antiossidanti e grassi sani, rispetto alla carne e al latte prodotti da allevamenti intensivi
  • Al contrario degli allevamenti intensivi, principali colpevoli dell'inquinamento dell'aria e dell'acqua, quelli al pascolo consentono di rigenerare il terreno e mantengono l'equilibrio ecologico senza bisogno di fertilizzanti e pesticidi chimici
  • Gli allevamenti intensivi non rispettano le basi del benessere animale. Gli animali allevati al pascolo non solo hanno la libertà di seguire la loro natura, ma sono anche meno contaminati da resistenti ai farmaci

Del Dott. Mercola

Scegliere alimenti biologici è un modo semplice per ridurre la propria esposizione ai pesticidi e agli OGM (organismi geneticamente modificati). L’opzione migliore, però, è cercare alimenti, in particolare carne e latticini, che siano biologici e ottenuti da animali allevati al pascolo libero o “grass fed”.

I bovini per loro natura dovrebbero nutrirsi di erba, ma la maggior parte delle carni bovine e dei prodotti lattiero-caseari, almeno negli Stati Uniti, viene ottenuta da esemplari che mangiano mais e cereali. In questo modo si portano avanti le immorali, malsane e devastanti operazioni di alimentazione animale intensiva (CAFO) che dominano l'agricoltura industriale.

In cambio di carne e latticini a basso costo, stiamo pagando un prezzo molto pesante, con infiniti danni inflitti al pianeta, attraverso l'inquinamento, e alla nostra salute.

Al contrario, gli allevamenti che producono carne e latticini a partire da animali liberi di pascolare, contribuiscono a rigenerare naturalmente il terreno e mantenere l'equilibrio ecologico, senza bisogno di fertilizzanti e pesticidi chimici.

I prodotti ottenuti da animali liberi di pascolare garantiscono, oltre a un profilo nutrizionale superiore, una naturale variazione stagionale dei sapori.

Anche se il mercato, almeno negli Stati Uniti, è ancora di piccole dimensioni - la carne di manzo ottenuta da animali allevati al pascolo (grass fed) rappresenta 1% del mercato statunitense - sta crescendo velocemente.

Le vendite di carne di manzo ottenuta da animali liberi di pascolare hanno raggiunto i 272 milioni di dollari nel 2016, partendo da 17 milioni di dollari del 2012, per cui le vendite sono raddoppiate di anno in anno.

Gli alimenti ottenuti da animali liberi di pascolare sono migliori per l'organismo

Anche considerando solamente la nostra salute, ci sono diversi motivi per cui sarebbe meglio passare a una alimentazione biologica e a prodotti ottenuti da animali liberi di pascolare.

Il latte di mucche allevate principalmente al pascolo ha dimostrato una concentrazione più elevata di molte sostanze nutritive, tra cui la vitamina E, il betacarotene, i grassi sani omega-3 e l'acido linoleico coniugato (CLA).

In più livelli di CLA aumentano di due o tre volte quando i bovini mangiano erba, rispetto ai cereali.

Questo è un vantaggio significativo, in quanto il CLA è associato a un minor rischio di cancro e malattie cardiache e a una ottimizzazione dei livelli di colesterolo. Anche il rapporto tra grassi alimentari è più sano nella carne bovina proveniente da animali allevati al pascolo.

Secondo il rapporto del 2017 “Back to Grass: The Market Potential for U.S. Grassfed Beef” (“Ritorniamo all’erba: Il potenziale di mercato della carne ottenuta da allevamenti al pascolo per gli Stati Uniti”), disponibile solo in inglese, realizzato da una collaborazione tra il settore dell’agricoltura sostenibile e le aziende agricole ecologiche:

"Anche se i meccanismi fisiologici che stanno alla base di questi benefici non sono completamente noti, la carne bovina (e i latticini) provenienti da animali liberi di nutrirsi con erba può fornire una fonte dietetica costante di CLA.

Si ritiene che il rapporto ottimale tra gli acidi grassi dietetici omega-6 e omega-3 sia compreso tra 1 a 1 e 4 a 1. Sette studi che hanno confrontato il contenuto complessivo di grassi di diversi tipi di carne bovina hanno rilevato che quella proveniente da animali allevati al pascolo aveva un rapporto medio di 1,53, mentre quella proveniente da esemplari allevati con cereali aveva un rapporto medio meno sano, di 7,6".

Il rapporto sottolinea come la carne ottenuta da animali liberi di pascolare è anche più ricca di antiossidanti come le vitamine E e A, oltre che di enzimi superossido dismutasi e catalasi, che spazzano via i radicali liberi che altrimenti potrebbero accelerare l'ossidazione e il deterioramento.

L’utilizzo del frumento favorisce la crescita dell'E. coli nell'intestino degli animali, in quanto porta a un ambiente più acido. Gli esemplari che assumono solo cereali vivono in uno stato di infiammazione cronica, con un maggiore rischio di infezione e malattia, che richiede pertanto l’integrazione di basse dosi di antibiotici nei mangimi per prevenire le malattie.

Antibiotici che non sono necessari per gli allevamenti al pascolo, che hanno accesso al sole e all'aria aperta. In uno studio di Consumer Reports su 300 campioni di carne bovina macinata cruda, quella di animali allevati al pascolo senza antibiotici aveva tre volte meno probabilità di essere contaminata da batteri resistenti a diversi farmaci, rispetto ai campioni convenzionali (provenienti da allevamenti intensivi).

La carne di manzo ottenuta da animali liberi di pascolare (Grass Fed) aveva anche minori probabilità di essere contaminata da E. coli e Staphylococcus aureus rispetto alla carne proveniente da allevamenti intensivi.

Scegliendo la carne "grass fed" , oltre ad assumere più nutrienti si va incontro anche a un rischio minore di agenti patogeni resistenti ai farmaci.

La carne e i latticini ottenuti da animali al pascolo sono meglio per l'ambiente

Gli allevamenti intensivi che producono la maggior parte della carne e dei latticini in commercio negli Stati Uniti sono tra le principali cause di inquinamento del pianeta, per una miriade di ragioni. Tanto per cominciare, nelle "lagune" di questi allevamenti c'è un’enorme quantità di letame che causa un inquinamento tossico di aria e acqua, insieme all'uso eccessivo di fertilizzanti e pesticidi (per non parlare dell'acqua) usati per coltivare i cereali che nutrono il bestiame.

Gli allevamenti intensivi negli Stati Uniti producono 500 milioni di tonnellate di letame l'anno, circa il triplo degli scarti prodotti dagli umani e destinati al sistema fognario. Questa quantità di letame è molta di più rispetto a quella che può essere usata in sicurezza nei campi agricoli del paese.

In un rapporto pubblicato dal gruppo ambientalista Mighty Earth, il massiccio inquinamento da letame e fertilizzanti prodotto dal gigante della carne Tyson Foods è identificato come la causa della più grande zona morta del Golfo del Messico.

Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAAA), quell’area, con basso livello di ossigeno, può uccidere la vita marina, si estende per quasi 9.000 miglia quadrate, più o meno pari alle dimensioni del New Jersey.

La zona morta è principalmente dovuta all’inquinamento di nutrienti provenienti dall’agricoltura praticata nello spartiacque del fiume Mississippi. I nutrienti in eccesso favoriscono la crescita delle alghe che si decompongono, consumando l'ossigeno necessario per sostenere la vita.

Mighty Earth ha indicato il gruppo Tyson Foods, e un altro gigante della carne, Smithfield, come i maggiori contribuenti della zona morta, perché hanno la più alta concentrazione di strutture per la carne nelle aree con i più alti livelli di contaminazione da nitrati.

Inoltre, i fornitori di mangimi di Tyson Foods sono responsabili della maggior parte dello sfruttamento delle praterie negli Stati Uniti, il che "amplifica notevolmente l'impatto dell'inquinamento da fertilizzanti". Nel frattempo, come riportato da Consumer Reports, anche l'atto stesso di alimentare gli animali con cereali è problematico:

"Trasformare i cereali in carne è un processo inefficiente: servono 7 kg di frumento per produrre 1 kg di carne di manzo. Di conseguenza, l'industria della carne bovina convenzionale consuma grandi quantità di mais e soia.

Queste colture richiedono quantità significative di acqua: occorrono circa 1.000 tonnellate d'acqua per coltivare 1 tonnellata di mangime. Inoltre, le aziende agricole non biologiche usano pesticidi sintetici, fertilizzanti sintetici e sementi geneticamente modificate per far crescere le colture da foraggio, il che solleva una serie di problemi di sostenibilità".

Al contrario, l'allevamento al pascolo con approcci di rotazione o di pascolo rigenerativo può aumentare la materia organica del terreno, la fertilità del suolo e la capacità di trattenere l'acqua, riducendo naturalmente l'erosione e incoraggiando la diversità delle colture.

Purtroppo, dato che gli agricoltori piantano sempre più spesso frumento, riso, soia e mais (anche per l'alimentazione animale), oltre il 75% della diversità genetica delle colture è scomparsa, a partire dal 1900, lasciando i campi sempre più vulnerabili ai parassiti, alle malattie e alla siccità.

Gli allevamenti al pascolo sono più umani, e la carne ha un sapore migliore

Per essere considerato “umano”, allevare gli animali deve avvenire senza dolore, ferite o malattie, così come senza paura o angoscia. Dovrebbero ricevere una quantità di cibo e acqua adeguati, nonché avere la possibilità di seguire la loro natura.

Questi elementi fondamentali per il benessere degli animali mancano negli allevamenti intensivi, dove tengono gli animali confinati per lunghi periodi di tempo senza uno spazio adeguato o un accesso all'esterno. Come notato nel rapporto "Back to Grass":

"Avere a disposizione un pavimento di terra (o a volte di cemento), spesso ricoperto da spessi strati di fango e letame, può causare agli animali problemi di salute, come il marciume sulle zampe (che causa gonfiore e zoppia) e la dermatite digitale, un'infezione batterica che può anche portare a zoppia e a un intenso malessere.

Per prevenire lo sviluppo di focolai di queste malattie, che si diffondono facilmente da animale ad animale quando sono confinati nella stessa zona per un lungo periodo di tempo, nei mangimi vengono inseriti antibiotici.

Gli anticorpi consentono anche di prevenire l'acidosi (una serie di disturbi che si verificano quando i microbi dei bovini fanno fermentare gli amidi nei mangimi per cereali), con effetti dannosi che vanno dal gonfiore dello stomaco alla morte improvvisa".

Gli animali allevati al pascolo sono più sani, non sono nutriti abitualmente con antibiotici, e possono vivere la loro vita come dovrebbero, pascolando e godendo del sole.

È importante distinguere la carne “grass fed” da quella biologica. Quest’ultima dicitura non indica che gli animali siano stati allevati in modo più umano. Le mucche producono più latte, più velocemente, quando sono alimentate con cereali nella stalla, invece che brucando l'erba al pascolo.

I caseifici biologici industrializzati stanno capitalizzando su questo, risparmiando sul tempo di pascolo, allevando migliaia di mucche in maniera intensiva, ma ottenendo comunque l'etichetta biologica del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) che ne suggerisce il contrario.

La carne ottenuta da animali liberi di pascolare è più sana per te e per il pianeta, e ha un impatto minore sull'ambiente, ma c'è un altro motivo per sceglierla: il sapore.

"C'è il crescente consenso tra gli chef e gli esperti di gastronomia sul fatto che la carne di manzo ottenuta da animali liberi di pascolare e che si nutrono con erba abbia un sapore migliore rispetto a quella di animali nutriti con cereali. Sa più di manzo e ha un sapore più intenso", sottolinea “Back to Grass”.

Il ritorno ai pascoli è fondamentale

È meglio scegliere carne di animali allevati al pascolo perché l'agricoltura rigenerativa, compresa la riconversione dei campi di mais in pascoli e il salvataggio dei pascoli naturali esistenti, è la soluzione per risolvere molti problemi ambientali.

Questo tipo di sistema di gestione del suolo promuove la riduzione dell'anidride carbonica atmosferica (CO2) riportandola nel suolo, con un impatto sicuramente positivo sull’ambiete. Una volta nella terra, la CO2 può essere immagazzinata in modo sicuro per centinaia di anni e aumenta la fertilità del suolo.

Purtroppo, dall'inizio del 1800, le praterie, anche in Nord America sono diminuite del 79%, e in alcune zone del 99,9%: un’espansione delle terre coltivate a spese delle praterie tragica, dato che queste ultime sono biologicamente produttive e supportano un'ampia varietà di vita vegetale e animale. Come ha spiegato Undark:

"Forse, paradossalmente, l'espansione delle terre coltivate 'potrebbe in realtà minare la produttività agricola stessa che si cerca di ottenere', scrivono gli autori di ... [uno] studio pubblicato da Environmental Review Letters.

Rispetto alle terre coltivate, le praterie 'ospitano una diversità vegetale, microbica e animale significativamente maggiore e generano livelli più elevati di quasi tutti i servizi ecosistemici vitali per l'agricoltura, compresa la soppressione dei parassiti e l'impollinazione'. Distruggere la prateria, quindi, significa smantellare la stessa catena di alimentazione che è alla base dell'abbondanza agricola americana".

Magari non si può imporre alle aziende agricole industriali su larga scala di smettere di arare preziose praterie, ma si può fare la differenza per sé stessi, per la propria famiglia e per la comunità.

L'acquisto di prodotti ottenuti da animali liberi di pascolare e che si nutrono di erba, tra cui carne bovina, pollo, latte e uova, è un ottimo inizio per sostenere sia la tua salute che i metodi di agricoltura rigenerativa che proteggono, e non inquinano, il pianeta.