È possibile che l'eccessiva pulizia favorisca l'aumento delle allergie alimentari?

Sottoposto a fact-checking
allergie alimentari

BREVE RIASSUNTO-

  • Il corpo utilizza meccanismi multisensoriali per monitorare quello che mangi. Questi, però, possono essere influenzati dagli alimenti trasformati e dalle tossine ambientali che giocano un ruolo anche nella tua risposta agli antigeni alimentari
  • Altri fattori potenziali che incidono sullo sviluppo di allergie alimentari includono il livello della vitamina D, un uso eccessivo di antibiotici o antiacidi e un l'abitudine a far provare ai bambini il più tardi possibile alimenti tipicamente correlati alle allergie
  • Le allergie alimentari sono scatenate dal sistema immunitario, al contrario delle intolleranze alimentari, che sono reazioni intestinali a qualcosa che hai mangiato. Anche se la maggior parte delle allergie alimentari inizia nell'infanzia, non è raro che si sviluppi dopo i 18 anni
  • Si può ridurre il rischio potenziale di allergie e proteggere la salute dell'intestino evitando farmaci o tossine che alterano l'equilibrio. In più mangiare cibi fermentati aiuta a ripopolare i batteri benefici e ottimizzare il livello di vitamina D

Del Dott. Mercola

Secondo un documento pubblicato dai ricercatori dell'Università di Yale, il numero in crescita di adulti e bambini che soffrono di allergie alimentari può essere dovuto a un'esagerata attivazione del sistema dell’organismo che protegge dal consumo di alimenti tossici. Dallo studio emerge che addirittura l'8% dei bambini ha una risposta potenzialmente mortale agli gli otto allergeni alimentari principali: i “big 8” ovvero latte, uova, grano, soia, pesce, crostacei, noci e arachidi.

Secondo i dati del 2010 citati dall'American Academy of Allergy, Asthma and Immunology, uno studio su 38.480 bambini sotto i 18 anni ha rivelato che il tasso di allergie alimentari oscillava dal 6% all'8,5%, a seconda della fascia d'età.

Un'indagine successiva terminata nel 2016 di dimensioni quasi identiche (38.408 bambini) ha ottenuto risultati simili, con il 7,6% dei bambini affetti da allergie alimentari, dati però basati sulle informazioni fornite dai genitori, non da test confermati. In base a queste informazioni, le allergie più comuni segnalate erano alle arachidi, al latte e ai crostacei. 4% dei casi con storie non coerenti a reazioni di allergie alimentari.

In base ai dati raccolti dal 1997 al 2011, i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitensi hanno segnalato un tasso crescente di allergie alimentari nei bambini.

È emerso che in un periodo di 14 anni il numero di allergie alimentari è aumentato dal 3,4% al 5,1%. Secondo i dati più recenti del 2016, quel tasso potrebbe essere balzato di nuovo al 7,6%, significa che è più che raddoppiato in 19 anni. Gli immunobiologi di Yale ipotizzano che questa tendenza possa essere il risultato di una quantità crescente di sostanze innaturali o di prodotti chimici ambientali.

Il corpo è dotato di un sistema per il controllo della qualità del cibo

Il numero crescente di bambini e adulti che soffrono di allergie alimentari ha sollevato preoccupazioni tra i medici e i ricercatori. Nel documento della Yale University pubblicato sulla rivista Cell, sono stati presentati i molteplici meccanismi sensoriali che il corpo utilizza per monitorare quanto viene consumato.

Questi sistemi includono olfatto, gusto e processi chemiosensoriali stabiliti nell'intestino e influenzati dal microbioma intestinale. Nel documento si sostiene che il corpo è dotato di un sistema di controllo della qualità del cibo nel quale la risposta allergica gioca un ruolo importante. L'identificazione e la risposta contro gli antigeni alimentari può causare in un'allergia alimentare letale.

Una delle teorie prevalenti per l'aumento delle allergie alimentari è quella di un ambiente "troppo pulito" - chiamata ipotesi dell'igiene - secondo la quale i bambini e gli adulti non più esposti agli agenti patogeni naturali presenti nell'ambiente, hanno un sistema immunitario ipersensibile.

I ricercatori su Clinical & Experimental Immunology hanno ampliato l’elenco di sostanze includendo gli alimenti lavorati, detersivo per piatti e altre sostanze chimiche ambientali, e come definizione di ambiente "troppo pulito" l'assenza di esposizione microbica naturale.

Sostengono che tutti questi elementi giocano un ruolo nel disturbare il sistema interno di controllo della qualità del cibo, progettato per aiutare a proteggere il corpo da sostanze chimiche nocive e dannose. Il gruppo ritiene che questa teoria possa gettare le basi per una futura ricerca, trattamento o prevenzione.

Quando il corpo rileva che sono state consumate delle tossine, attiva anche il sistema nervoso parasimpatico, destinato a neutralizzare la minaccia per la salute. Questa risposta può innescare allergie alimentari e la mancanza di minacce naturali può rendere il sistema ipersensibile.

Il team ritiene che i cambiamenti complessivi nell'industria alimentare e nell'ambiente abbiano effettivamente fatto in modo che il sistema immunitario risponda alle proteine alimentari nello stesso modo in cui farebbe per proteggersi dalle tossine.

Altre possibili motivi per l'aumento delle allergie alimentari

La polemica generata dall'impennata dei prezzi dell’ EpiPen, un trattamento salvavita per la reazione allergica anafilattica potenzialmente letale, ha reso evidente che ci sono molti soldi in gioco nel trattamento medico delle allergie.

Come ha recentemente spiegato la veterinaria Karen Becker in uno dei suoi articoli su Healthy Pets, questo è un altro modo in cui gli animali domestici fanno bene alla salute. Il contatto con cani e gatti può influenzare lo sviluppo del sistema immunitario dei bambini. Due studi, presentati all'American College of Allergy, Asthma & Immunology nel 2017, hanno dimostrato che i bambini nati in case con un cane manifestavano un rischio inferiore di eczema allergico e asma, come sostenuto anche da ricerche precedenti.

L'esposizione a batteri e altri microbi provenienti dai cani ha portato a definire questo animale domestico come "il nuovo probiotico". Dieter Steklis, professore di psicologia e antropologia presso l'Università dell'Arizona, ha studiato il rapporto fisico e microbioma negli esseri umani e negli animali domestici. A un giornalista del Tucson Sentinel ha dichiarato:

"Mi ha sempre sorpreso quante malattie e disturbi siano legati a processi infiammatori che si ricollegano al sistema immunitario. Se avere un cane effettivamente addomestica il sistema immunitario, come sembra, allora gli anziani che hanno un cane potrebbero avere una minore probabilità di malattie depressive".

Altre teorie che sono state proposte per l'aumento delle allergie alimentari includono l'uso eccessivo di farmaci utilizzati per ridurre l'acidità di stomaco, dato che questi possono alterare il microbioma gastrointestinale.

Una ricerca del King's College di Londra ha anche avanzato l’ipotesi che, nei casi in cui i genitori hanno evitato di introdurre i bambini piccoli a cibi noti per produrre un'allergia, c'era un aumento del potenziale che il bambino avrebbe avuto una reazione in seguito. Lo studio ha selezionato bambini che avevano una reazione allergica nota alle uova o soffrivano di eczema, per valutare se evitare un allergene avrebbe aumentato o diminuito un'allergia alimentare.

I dati hanno mostrato che nei casi in cui i genitori hanno evitato di far mangiare le arachidi ai loro figli, il 13,7% ha sviluppato un'allergia entro i 5 anni, rispetto all'1,9% che ha iniziato a mangiare le arachidi prima. I ricercatori si stanno anche chiedendo se i tassi di allergia alimentare stanno aumentando perché passiamo più tempo in casa, contribuendo così al fatto che c’è una carenza di vitamina D in quasi il 40% (39,92%) della popolazione generale.

Una ricerca ha analizzato l'uso di EpiPen negli Stati Uniti, individuando un forte divario tra nord e sud, con un maggior utilizzo negli stati settentrionali. Questo suggerirebbe la presenza di "importanti indizi eziologici (stato della vitamina D)" che meritano ulteriori indagini.

Dati simili sono stati raccolti in Australia due anni dopo. È stato rivelato che uso di EpiPen e i ricoveri per anafilassi erano più comuni nelle aree che ricevono meno sole, fornendo "ulteriore supporto per un possibile ruolo della vitamina D nella patogenesi dell'anafilassi".

Allergia alimentare o intolleranza?

C'è differenza tra sensibilità o reazione alimentare e allergia alimentare. Una vera allergia alimentare è mediata dal sistema immunitario e scatenata da una reazione alle proteine presenti in uno specifico alimento o bevanda. La sensibilità alimentare, chiamata anche intolleranza alimentare, è di solito una reazione gastrointestinale sgradevole a qualcosa che hai mangiato o bevuto, ma non è mediata dal sistema immunitario.

Per esempio, una vera allergia al latte è diversa dall'intolleranza al lattosio. La prima scatena una risposta immunitaria e la seconda scatena sintomi gastrointestinali dovuti all'incapacità di digerire le proteine del latte. Le allergie alimentari di tipo 1 coinvolgono l'immunoglobulina-E (IgE), che è un anticorpo presente nel sangue e nei mastociti di tutti i tessuti del corpo.

Dopo aver mangiato il cibo la prima volta, le cellule producono IgE per la proteina alimentare che ha scatenato la reazione, chiamata allergene. Le IgE vengono rilasciate e si attaccano alla superficie dei mastociti. Questo pone le basi per il successivo incontro con l'allergene specifico. La proteina interagisce con le IgE sui mastociti e scatena un rilascio di istamina.

Le reazioni IgE a volte iniziano con prurito in bocca, seguito da vomito, diarrea e dolore allo stomaco. Alcuni allergeni proteici possono attraversare immediatamente il flusso sanguigno e innescare una reazione in tutto il corpo, come vertigini o sensazione di svenimento, tosse ripetitiva, gola stretta e rauca e un polso debole. Si può anche attivare una reazione anafilattica con conseguente calo della pressione sanguigna, orticaria e affanno.

Un'allergia alimentare di tipo 1 può impiegare da pochi minuti a un paio d'ore per svilupparsi. Un secondo tipo di allergia alimentare, il Tipo 3, è mediata dalle immunoglobuline-G (IgG). Si tratta di un'allergia alimentare ritardata che si manifesta da 4 a 28 ore dopo l'esposizione.

Non è raro il manifestarsi delle allergie in età adulta

Anche se la maggior parte delle allergie alimentari si sviluppa nell'infanzia, non è raro che nasca anche negli adulti. I dati di un sondaggio trasversale su adulti negli Stati Uniti suggeriscono che almeno il 10,8% di loro è allergico ad un alimento. Le informazioni sono state raccolte da ottobre 2015 a settembre 2016.

Su 40.443 adulti che hanno completato il sondaggio, anche se il 19% ha riferito qualche tipo di allergia alimentare, solo il 10,8% ha riportato sintomi corrispondenti a una reazione IgE. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of the American Medical Association in collaborazione tra il dottor Kari Nadeau, esperto di allergie alimentari di Stanford, e gli scienziati della Northwestern University.

I ricercatori ritengono che questo contraddica una convinzione a lungo sostenuta che la maggior parte delle allergie si sviluppano nell'infanzia. Dati passati avevano stimato che il 9% degli adulti aveva vere risposte allergiche agli alimenti. Nel gruppo studiato, i ricercatori hanno scoperto che il 38% degli individui che ritenevano di avere allergie alimentari aveva sperimentato una reazione tale da finire al pronto soccorso e il 48% ha riferito che almeno un'allergia alimentare si era scatenata dopo i 18 anni.

Alcune allergie alimentari sviluppate da adulti possono essere gravi, come le reazioni della laureanda Amy Barbuto in un ristorante thailandese. In un'intervista con un giornalista del Texas Medical Center, Barbuto ha raccontato la sua prima reazione allergica.

Prima di quel giorno aveva un'intolleranza alimentare al glutine, ma nel 2011 ha avuto una reazione anafilattica quando è stata usata la salsa di soia sbagliata nel suo cibo. Da allora è stata ricoverata 25 volte dal 2011 al 2020 per reazioni allergiche.

Riduci il rischio di soffrire di allergie alimentari

Come dimostra questa storia, le allergie alimentari possono svilupparsi anche in età adulta e diventare potenzialmente letali. Ecco dei consigli da seguire per abbassare il rischio potenziale di sviluppare un'allergia o di avere una risposta anafilattica.

Il microbioma intestinale è vitale per la salute e il funzionamento ottimale del tuo sistema immunitario, che media la risposta allergica al cibo. Prendendoti cura del tuo microbioma intestinale, aiuti a proteggere la tua salute.

  • I cibi fermentati aiutano a ripopolare l'intestino con batteri sani
  • Gli antiacidi modificano gli acidi dello stomaco e influenzano negativamente il tuo microbioma intestinale
  • Stai alla larga dagli antibiotici, anche nel cibo, a meno che non sia assolutamente necessario, e quando li devi usare accompagnali con un probiotico di qualità
  • Riduci o elimina gli alimenti lavorati nella tua dieta, perché sono ricchi di zuccheri che alimentano i batteri nocivi nel tuo intestino
  • Ottimizza i tuoi livelli di vitamina D attraverso una ragionevole esposizione al sole o con un integratore se vivi in zone con poco sole