L'inquinamento atmosferico peggiora le tue allergie

Sottoposto a fact-checking
inquinamento e allergie

BREVE RIASSUNTO-

  • L'inquinamento atmosferico si attacca al polline e può danneggiare i tuoi polmoni, aiutando a far penetrare gli allergeni proteici più in profondità nel tuo sistema polmonare e innescare una risposta allergica significativa
  • L'aumento dei livelli di anidride carbonica ha allungato la stagione di crescita, contribuendo a più polline nell'aria. Il polline, però, ha meno proteine il che potrebbe essere ciò che sta contribuendo al crollo della popolazione delle api
  • Anche il numero di persone con allergie alimentari è in aumento, sono compresi gli adulti che sviluppano allergie alimentari
  • La risposta allergica è mediata dal tuo microbioma intestinale. Un altro biomarcatore fisiologico legato alle allergie stagionali e alimentari è la vitamina D; prendi in considerazione la possibilità di testarne il livello due volte l'anno per capire qual è il tuo fabbisogno di vitamina D

Del Dott. Mercola

Ogni anno sempre più persone sono colpite da allergie stagionali. Durante le ricerche con l’obiettivo di identificare il meccanismo dietro il crescente numero di persone che soffrono di allergie, gli scienziati hanno scoperto diversi fattori che giocano un ruolo importante. Uno di questi è l'inquinamento atmosferico.

Secondo la Asthma and Allergy Foundation of America, più di 50 milioni di americani soffrono ogni anno di diversi tipi di allergie, e quel numero continua ad aumentare. Il costo annuale supera i 18 miliardi di dollari per la rinite allergica e i 25 miliardi di dollari per le allergie alimentari.

I tipi più comuni di allergie stagionali sono reazioni al polline degli alberi, all'erba e alle erbacce. La rinite allergica, chiamata anche febbre da fieno, colpisce 5,2 milioni di bambini e 19,2 milioni di adulti. Anche se questi numeri sono sconcertanti, gli scienziati si aspettano che continuino ad aumentare anche per via dei livelli sempre più alti di anidride carbonica (CO2) che influenzano la crescita delle piante e la produzione di polline.

I sintomi più comuni della rinite allergica includono starnuti, naso chiuso e che cola, occhi che lacrimano e prudono, prurito al naso, alla gola o alla bocca. Un gran numero di persone allergiche sperimenta anche un notevole offuscamento del cervello. Le allergie alimentari e stagionali sono reazioni del corpo a particelle che considera estranee.

La prima volta che il tuo corpo incontra un allergene proteico, le cellule del plasma rilasciano immunoglobuline E (IgE).

Queste aderiscono alla superficie dei mastociti, che si trovano in gran numero nei tessuti superficiali come la pelle e le mucose nasali. I mastociti rilasciano importanti mediatori chimici, uno dei quali è l'istamina.

Quando il corpo incontra di nuovo questo allergene, i mastociti si attivano in pochi minuti e rilasciano un potente cocktail di istamine, leucotrieni e prostaglandine. Questo innesca la cascata di sintomi che si associano alle allergie.

I livelli crescenti di CO2 alimentano le piante da fiore

Uno dei principali componenti dell'inquinamento atmosferico è il biossido di carbonio. Secondo il Center for Climate and Energy Solutions, l'anidride carbonica costituisce il 76% di tutte le emissioni di gas serra. Gli alberi e le altre piante usano l'anidride carbonica per la fotosintesi. Si potrebbe pensare che l'aumento dei livelli di anidride carbonica possa essere un bene per la vita delle piante ma anche le piante hanno bisogno di un equilibrio.

Gilles Oliver, ingegnere della Rete Nazionale di Sorveglianza Aerobiologica che si occupa di tracciare il polline in tutta la Francia, a un giornalista di Vice France sull’interazione tra la CO2 e la vita delle piante, ha dichiarato: "Quando la proporzione di questa CO2 nell'aria aumenta, le piante crescono più velocemente e producono più polline".

Un aumento della produzione di polline aumenta l’esposizione a esso, quindi si verificano allergie stagionali più gravi. I cambiamenti di temperatura e dei livelli di CO2 hanno anche esteso la stagione senza gelo e quindi allungato quella del polline.

Quello prodotto da queste piante può contribuire al crollo della popolazione delle api.

Gli scienziati hanno scoperto che l'aumento di CO2 produce più polline, ma ha livelli proteici più bassi. Quando le api fanno la raccolta dai fiori, prima bevono il nettare e poi raccolgono il polline. Il nettare è ricco di carboidrati, mentre il polline offre una nutrizione a lungo termine e fornisce alle api l'unica fonte naturale di proteine.

Confrontando i fiori di Canada Goldenrod raccolti dal 1842 ad oggi, gli scienziati hanno scoperto che la percentuale di proteine era scesa del 33%. Nello stesso numero di anni, i livelli di CO2 sono aumentati del 30% aumentando i carboidrati nel polline rendendolo essenzialmente cibo spazzatura per le api.

I ricercatori hanno confermato, attraverso test pubblicati negli Atti della Royal Society B, che il cambiamento dei livelli di CO2 nell'ambiente ha avuto un ruolo nel calo dei livelli di proteine.

Più di 100 studi eseguiti in passato hanno dimostrato che il cambiamento dell'anidride carbonica nell’atmosfera riduce il valore nutrizionale delle piante, ma questo studio è stato il primo ad esaminare gli effetti sulle api.

Come spiegato da Mathilde Renard, ingegnere agricolo presso il Dipartimento Ambientale del Comune di Parigi, al giornalista di Vice France il numero pollini a Parigi è aumentato.

Per Renard, parte della quantità di polline in città nasce dagli sforzi di creare aree verdi. Una delle principali strategie che Parigi sta usando è quella di diversificare le specie per ridurre la concentrazione di polline per ogni pianta, nella speranza di ridurre la risposta allergica dei cittadini.

Altre scelte di questo tipo che influenzano la quantità del polline, includono piantare preferibilmente alberi maschi. Gli alberi femmina spargono più semi e frutti, che devono essere poi raccolti, ma gli alberi maschili tendono a produrre più polline allergico. Alcuni urbanisti hanno anche scelto le specie in base al loro valore estetico. Per esempio, gli alberi di betulla sono belli, ma il polline di betulla è uno dei più grandi fattori di allergia nell'emisfero settentrionale.

Inquinamento e allergeni interagiscono nell'aumento delle allergie

Per Oliver l'aumento delle allergie in Francia è da attribuire all'inquinamento atmosferico: "Gli aspetti sono due: se hai delle allergie, l’inquinamento indebolisce le tue vie respiratorie e ti puoi ammalare più facilmente. Inoltre, rompe le particelle di polline nell'aria, il che permette loro di penetrare più in profondità nel nostro sistema respiratorio".

L'effetto dell'inquinamento atmosferico sul corpo è insidioso. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che il 92% della popolazione mondiale respira aria inquinata. La maggior parte delle persone associa l'inquinamento atmosferico a problemi respiratori, dato che ha un impatto significativo sulla salute polmonare.

Anche se il danno ai polmoni è significativo, è importante ricordare che l'inquinamento atmosferico non colpisce solo il sistema polmonare. Per esempio, uno studio pubblicato su Environmental Health ha trovato un legame tra il vivere vicino a strade trafficate e lo sviluppo della demenza, ma non di Alzheimer e del morbo di Parkinson.

Secondo l'OMS, nel 2016 l'inquinamento atmosferico era già responsabile di malattie respiratorie che uccidevano ogni anno 543.000 bambini dai 5 anni in giù. L'inquinamento atmosferico è anche responsabile dell'asma nel 14% dei bambini di tutto il mondo. Nell'aprile 2019, Londra ha inaugurato una zona a bassissime emissioni nel centro della città nel tentativo di ridurre le emissioni del 45%.

I ricercatori hanno scoperto che i bambini in queste zone, quando l'inquinamento saliva sopra i livelli legali, avevano una riduzione della capacità polmonare di circa il 5%. Il Dott. Ben Barrett ha commentato gli studi che valutano l'effetto dell'inquinamento atmosferico sulla salute polmonare nei bambini, dicendo:

"Si è scoperto che l'inquinamento atmosferico limita la crescita dei polmoni nei bambini. Una bassa funzione polmonare nell'infanzia può persistere in età adulta ed è spesso associata ad altri problemi di salute tra cui malattia polmonare cronica ostruttiva in età avanzata."

L'inquinamento atmosferico può anche portare il polline più in profondità nei polmoni

Come ha commentato Oliver, l'inquinamento atmosferico aumenta la capacità del polline di penetrare nei polmoni. Questo può accadere attraverso diversi meccanismi come la facilitazione del rilascio del polline, la stimolazione della risposta IgE-mediata e il miglioramento dell'espressione degli allergeni all'interno dei grani di polline.

I grani di polline non solo portano allergeni, ma possono anche stimolare risposte allergiche in persone sensibilizzate. I grani di polline sono troppo grandi per penetrare in profondità nel tratto respiratorio, quindi i sintomi osservati nei pazienti allergici al polline sono più probabilmente dovuti a particelle più piccole. Secondo i ricercatori:

"È interessante notare che gli inquinanti atmosferici si legano a queste particelle e peggiorano i disturbi allergici. Inoltre, i grani di polline rilasciano lipidi biologicamente attivi, che attivano le cellule immunitarie in vitro".

I ricercatori credono che l'interazione tra l'inquinamento atmosferico e i grani di polline fuori dal corpo può aumentare la quantità di allergene rilasciato nell'ambiente. Questo può accadere attraverso una varietà di meccanismi che i ricercatori hanno studiato in laboratorio e con partecipanti umani, scoprendo che le reazioni allergiche al polline dell'erba sono maggiori nelle città che nelle zone rurali. Diversi tipi di inquinanti atmosferici agiscono "come coadiuvanti legandosi agli allergeni e stimolando la sintesi delle IgE, con conseguente peggioramento dei sintomi dell'asma".

Una società pulita può aumentare il rischio di allergie alimentari

Anche il numero di persone che soffrono di allergie alimentari è in aumento. Secondo un documento pubblicato dalla Yale University, questo può essere il risultato di un'esagerata attivazione del sistema che protegge dal consumo di cibi tossici. Addirittura l'8% dei bambini ha una risposta potenzialmente mortale agli otto principali allergeni alimentari, spesso indicati come i "Big 8": latte, uova, grano, soia, pesce, crostacei, noci e arachidi.

Il corpo usa diversi meccanismi sensoriali per monitorare quello che mangi, compresi i processi chemiosensoriali nell'intestino. Gli scienziati della Yale University sostengono che il corpo abbia un sistema di controllo della qualità del cibo e la risposta allergica gioca un ruolo significativo.

Una teoria, prevalente per questo aumento delle allergie alimentari, viviamo in un ambiente troppo pulito. Viene chiamata anche l'ipotesi dell'igiene, che alcuni scienziati hanno ampliato per includere gli alimenti trasformati, il detersivo per i piatti e altre sostanze chimiche ambientali.

In un articolo pubblicato su Clinical and Experimental Immunology, i ricercatori sostengono che questi fattori giocherebbero un ruolo nel mettere in difficoltà il sistema interno di controllo della qualità degli alimenti.

C'è una differenza tra una sensibilità alimentare, un'intolleranza e un'allergia alimentare. Una vera allergia è mediata dal sistema immunitario e scatenata da una reazione alle proteine presenti nel cibo o nelle bevande. Le intolleranze alimentari sono anche chiamate sensibilità. Di solito si manifestano come reazioni gastrointestinali spiacevoli, non è mediata dal sistema immunitario.

Anche se la maggior parte delle allergie alimentari si sviluppa nell'infanzia, non è raro che si manifesti in età adulta. I dati raccolti da ottobre 2015 a settembre 2016 suggeriscono che il 10,8% degli adulti è allergico a qualche tipo di alimento. Gli scienziati credono che questo contraddica la convinzione a lungo sostenuta che la maggior parte delle allergie si sviluppa nell'infanzia.

In un sondaggio su 40.443 adulti, il 38,3% ha avuto reazioni allergiche ad alimenti che li hanno mandati al pronto soccorso e il 48% ne ha avuta almeno una che si è manifestata dopo i 18 anni. Il microbioma intestinale è vitale per il funzionamento del tuo sistema immunitario, che media la risposta allergica al cibo.

Vitamina D: legame con allergie stagionali e alimentari

Un biomarcatore fisiologico legato al rischio di allergie stagionali e alimentari è la vitamina D. I ricercatori hanno scoperto prove sperimentali e cliniche che dimostrano come la vitamina D sia legata alla rinite allergica.

Uno studio clinico in doppio cieco controllato con placebo ha valutato l'effetto combinato di un integratore di vitamina D con un farmaco antistaminico. Lo studio ha scoperto che le persone che hanno preso sia la vitamina D che il farmaco hanno avuto una significativa diminuzione dei loro sintomi rispetto a quelli che hanno preso solo il farmaco.

I ricercatori hanno misurato i livelli di vitamina D dopo otto settimane, scoprendo come coloro che avevano preso l’integratore avevano un livello sierico medio di 24 nanogrammi per millilitro (ng/mL), mentre il livello nel gruppo che non ha ricevuto gli integratori di vitamina D era 15 ng/mL.

È importante notare che i ricercatori non hanno usato l'integratore come base per concludere che la vitamina D aveva un effetto positivo, ma piuttosto il livello sierico di vitamina D. La crescente diffusione di allergie alimentari corrisponde anche al numero sempre maggiore di persone con carenza di vitamina D. La vitamina D gioca un ruolo significativo nella regolazione delle IgE, fattore importante nello sviluppo delle allergie alimentari.

Il legame tra la carenza di vitamina D, problema che è quasi raddoppiato in poco più di 10 anni negli Stati Uniti, e la cattiva regolazione delle risposte IgE, può essere un fattore significativo. Entrambe hanno un ruolo nello sviluppo, gravità e corso delle malattie allergiche e può aiutare a spiegare, almeno in parte, perché così tanti adulti stanno sviluppando allergie alimentari.

La carenza di vitamina D è diventata così diffusa che un ricercatore della Harvard Medical School l’ha definita una pandemia. Una breve lista di benefici per la salute attribuiti all'ottimizzazione della vitamina D include il miglioramento del sistema immunitario, il rafforzamento di muscoli, ossa e denti e il miglioramento della salute cardiovascolare.

Ti consiglio di far testare il tuo livello di vitamina D due volte all'anno, una volta quando è probabile che il livello sia al minimo (metà inverno) e una volta quando è al massimo (metà estate).