Studio dell’Istituto sanitario nazionale inglese dimostra che il vaccino per COVID influisce sul ciclo mestruale

Sottoposto a fact-checking
vaccino covid influisce su ciclo mestruale

BREVE RIASSUNTO-

  • Uno studio su Obstetrics & Gynecology ha scoperto che le donne che ricevevano vaccinazioni per il COVID-19 avevano cicli mestruali più lunghi, in genere di meno di un giorno, quando ricevevano le vaccinazioni
  • I cicli più lunghi sono stati notati per entrambe le dosi dell'iniezione, con un aumento di 0,71 giorni dopo la prima dose e di 0,91 giorni dopo la seconda dose
  • Alcune donne hanno sperimentato cambiamenti mestruali ancora maggiori, in particolare quelle che hanno ricevuto due iniezioni nello stesso ciclo mestruale
  • Questi cambiamenti includevano un aumento di due giorni nella lunghezza del ciclo e, in alcuni casi, cambiamenti nella lunghezza del ciclo di otto giorni o più
  • Lo studio ha valutato solo la lunghezza del ciclo mestruale, il che significa che sono necessarie ulteriori ricerche per determinare come i vaccini influenzino altri aspetti delle mestruazioni, per esempio sintomi come dolore e cambiamenti di umore e caratteristiche del sanguinamento, come la pesantezza del flusso

Del Dott. Mercola

Donne di tutto il mondo hanno riportato cambiamenti nei propri cicli mestruali in seguito ai vaccini per il COVID-19. I cambiamenti includono mestruazioni più abbondanti e dolorose e cambiamenti nella lunghezza delle mestruazioni, oltre a sanguinamenti inaspettati o spotting tra le donne che usano contraccettivi a lunga azione o quelle che sono in postmenopausa e non hanno avuto un ciclo negli ultimi anni o addirittura decenni.

I funzionari sanitari hanno cercato di ignorare le segnalazioni, ma uno studio pubblicato su Obstetrics & Gynecology - e finanziato dal National Institute of Child Health and Human Development (NICHD) e dal National Institutes of Health's (NIH) Office of Research on Women's Health - conferma un'associazione tra la durata del ciclo mestruale e i vaccini per il COVID-19

Decine di migliaia di donne riportano cambiamenti nei cicli mestruali dopo il vaccino

Studi clinici sui vaccini per il COVID-19 non hanno raccolto dati sui cicli mestruali dopo l'iniezione. Inoltre, il Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) non raccoglie attivamente informazioni sul ciclo mestruale. Ciononostante, a maggio 2021 un numero considerevole di persone (meno di 200) aveva riportato problemi mestruali in seguito alle iniezioni di COVID-19.

I rapporti aneddotici sui social media, nel frattempo, sono numerosi e, secondo lo studio, "suggeriscono che i disturbi mestruali sono molto più comuni…"

Per esempio, Kate Clancy, ecologista riproduttiva umana e professoressa associata di antropologia presso l'Università dell'Illinois Urbana-Champaign, e Katharine Lee, antropologa biologica che studia la salute delle donne alla Washington University School of Medicine di St. Louis, che non sono state coinvolte nello studio in questione, hanno raccolto più di 140.000 segnalazioni di donne che hanno avuto cambiamenti nelle mestruazioni in seguito ai vaccini COVID-19, e che stanno documentando formalmente in uno studio aperto.

Altri 30.000 rapporti di cambiamenti delle mestruazioni in seguito ai vaccini sono stati segnalati al regolatore del Regno Unito. L'implicazione è che i vaccini potrebbero avere un effetto sulla fertilità. Come hanno notato i ricercatori di Obstetrics & Gynecology, "la ciclicità mestruale è un segno evidente di salute e fertilità".

Gunnveig Grødeland, ricercatore norvegese sui vaccini dell'Università di Oslo e dell'Oslo University Hospital, ha anche detto a TV2.no: "C'è un numero sufficiente di donne che stanno sperimentando cambiamenti, non solo in Norvegia, ma anche all'estero, tanto da rendere probabile che ciò sia collegato al vaccino".

L'Istituto Norvegese di Salute Pubblica (NIPH) sta studiando il sanguinamento mestruale in 60.000 donne norvegesi tra gli 11 e gli 80 anni per scoprire se le irregolarità sono collegate ai vaccini COVID-19.

I vaccini per COVID-19 potrebbero modificare la durata del ciclo mestruale

Lo studio di Obstetrics & Gynecology ha coinvolto 3.959 individui tra i 18 e i 45 anni. Quelle che non avevano ricevuto il vaccino COVID-19 non hanno notato cambiamenti significativi nel loro quarto ciclo durante lo studio rispetto ai primi tre cicli.

Quelle che avevano ricevuto i vaccini COVID-19, avevano però cicli mestruali più lunghi, in genere di meno di un giorno, quando avevano ricevuto i vaccini. I cicli più lunghi sono stati notati per entrambe le dosi dell'iniezione, con un aumento di 0,71 giorni dopo la prima dose e di 0,91 giorni dopo la seconda dose.

Mentre i ricercatori hanno descritto il cambiamento come non clinicamente significativo, il che significa che non è degno di nota dal punto di vista della salute, ci sono state alcune donne che hanno sperimentato cambiamenti mestruali ancora maggiori, in particolare quelle che hanno ricevuto due iniezioni nello stesso ciclo mestruale.

Questi cambiamenti includevano un aumento di due giorni nella lunghezza del ciclo e, in alcuni casi, cambiamenti nella lunghezza del ciclo di otto giorni o più. Nonostante ciò, i ricercatori hanno in gran parte ignorato i risultati perché la durata del ciclo sembrava tornare alla normalità entro due cicli dopo la vaccinazione:

“Un sottogruppo di individui che hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino in un unico ciclo ha avuto, in media, un aumento di 2 giorni nella lunghezza del ciclo rispetto agli individui non vaccinati. Anche se circa il 10% di questi individui ha sperimentato un cambiamento clinicamente notevole nella lunghezza del ciclo pari o superiore a 8 giorni, questo cambiamento si è attenuato rapidamente entro i due cicli successivi al vaccino.”

Perché i vaccini per il COVID-19 stanno influenzando i cicli mestruali?

Lo studio ha valutato solo la durata del ciclo mestruale, il che significa che sono necessarie altre ricerche per determinare come i vaccini influenzino altri aspetti delle mestruazioni, ad esempio sintomi come dolore e cambiamenti di umore e caratteristiche del sanguinamento, come la pesantezza del flusso.

Per quanto riguarda il modo in cui determinano i cambiamenti, è noto che la tempistica del ciclo mestruale, che è controllata dall'asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, è influenzata da fattori di stress ambientali e sanitari.

I cambiamenti del ciclo mestruale visti nello studio non erano però dovuti allo stress tipico, dato che il gruppo non vaccinato non ha avuto tali cambiamenti durante lo studio. È invece possibile che la risposta immunitaria creata dai vaccini mRNA abbia influenzato l'asse ipotalamo-ipofisi-ovaio. Secondo lo studio:

“I nostri risultati per gli individui che hanno ricevuto due dosi in un unico ciclo supportano questa ipotesi. Dato il programma di dosaggio dei vaccini COVID-19 a mRNA negli Stati Uniti (21 giorni per Pfizer e 28 giorni per Moderna), a un individuo che riceve due dosi in un unico ciclo avrebbe ricevuto la prima dose nella fase follicolare iniziale.

La variabilità della lunghezza del ciclo deriva da eventi che portano al reclutamento e alla maturazione del follicolo dominante durante la fase follicolare, processi noti per essere influenzati dallo stress.”

Allo stesso modo, in un editoriale pubblicato su The BMJ, Victoria Male, docente di immunologia riproduttiva all'Imperial College London, ha dichiarato che quando si tratta di cambiamenti mestruali dopo i vaccini COVID-19, "un collegamento è plausibile e dovrebbe essere analizzato". Secondo Male:

“Sono stati segnalati cambiamenti mestruali dopo vaccini per il covid-19 sia a base di mRNA sia per quelli a base di vettore virale, suggerendo che, se c'è una connessione, è probabile che sia un risultato della risposta immunitaria alla vaccinazione piuttosto che un componente specifico del vaccino. Anche la vaccinazione contro il papillomavirus umano (HPV) è stata associata a cambiamenti mestruali.

… I meccanismi biologicamente plausibili che collegano la stimolazione immunitaria con i cambiamenti mestruali includono influenze immunologiche sugli ormoni che regolano il ciclo mestruale o effetti mediati da cellule immunitarie nel rivestimento dell'utero, che sono coinvolte nell'accumulo e nella disgregazione ciclica di questo tessuto. La ricerca che esplora una possibile associazione tra i vaccini covid-19 e i cambiamenti mestruali può anche aiutare a capire il meccanismo.”

Preoccupazione per aborti spontanei e infertilità

Le donne incinte o in età fertile sono incoraggiate a vaccinarsi contro la COVID-19, anche se i dati non supportano la sicurezza del vaccino.

Le donne incinte sono state escluse dagli studi clinici del vaccino a mRNA, ma uno studio Pfizer-BioNTech sui ratti ha rivelato che il vaccino ha più che raddoppiato l'incidenza della perdita pre-impianto e ha anche portato ad una bassa incidenza di malformazioni della bocca/mascella, gastroschisi (un difetto di nascita della parete addominale) e anormalità dell'arco aortico destro e delle vertebre cervicali nei feti.

Lo studio di biodistribuzione della Pfizer, utilizzato per determinare dove vanno le sostanze iniettate nel corpo, ha anche mostrato che la proteina spike COVID dei vaccini si è accumulata in "concentrazioni piuttosto alte" nelle ovaie.

Uno studio di biodistribuzione giapponese per il vaccino di Pfizer ha anche scoperto che le particelle del vaccino si spostano dal sito di iniezione al sangue, dopodiché le proteine spike circolanti sono libere di viaggiare in tutto il corpo, comprese le ovaie, il fegato, i tessuti neurologici e altri organi.

I tassi di fertilità globali sono già in calo, raggiungendo le 2,4 nascite per donna nel 2018, rispetto alle 5,06 del 1964. I tassi di fertilità in circa il 50% dei paesi del mondo sono a 2,1, cioè al di sotto del livello di sostituzione della popolazione, riferisce The Guardian. Se si introducono ulteriori fattori di stress, potrebbe essere catastrofico.

Uno studio sponsorizzato dal CDC che è stato ampiamente utilizzato per sostenere la raccomandazione degli Stati Uniti di fare il vaccino alle donne incinte "presenta statistiche falsamente rassicuranti relative al rischio di aborto spontaneo all'inizio della gravidanza", secondo l'Institute for Pure and Applied Knowledge (IPAK).

Quando il rischio di aborto è stato ricalcolato per includere tutte le donne vaccinate prima delle 20 settimane di gestazione, l'incidenza era da sette a otto volte superiore a quella indicata dallo studio originale, con un'incidenza cumulativa di aborto che andava dall'82% al 91%.

IPAK chiede il ritiro dei vaccini

Non solo i dati di IPAK mostrano che i vaccini COVID-19 prima delle 20 settimane non sono sicuri per le donne incinte, ma il 12,6% delle donne che l'hanno ricevuto nel terzo trimestre ha riportato eventi avversi di grado 3, che sono gravi o clinicamente significativi ma non immediatamente pericolosi per la vita. Un altro 8% ha anche riportato una febbre a 38°C, che può portare all'aborto o al travaglio prematuro.

Inoltre, il follow-up dello studio è continuato solo per 28 giorni dopo la nascita, il che significa che gli effetti a lungo termine dell'esposizione prenatale sui bambini sono sconosciuti. Le molte preoccupazioni legate ai vaccini COVID-19° base di mRNA durante la gravidanza e l'allattamento includono l'inibizione di sinctiina-1, una proteina essenziale per la fusione cellulare e lo sviluppo placentare, e la trasmissione di mRNA e proteina spike attraverso la placenta e il latte materno. IPAK ha spiegato:

“La trasmissione dell'mRNA e della proteina spike attraverso la placenta e il latte materno è preoccupante, dato l'effetto sconosciuto sullo sviluppo in utero o su un neonato che viene allattato al seno.

Non sono state rilevate amplificazioni della regione codificante l'mRNA nelle frazioni acquose o liquide del latte materno 0-7 giorni dopo la vaccinazione in uno studio … in 15 donne incinte e cinque donne che allattavano che hanno ricevuto un vaccino mRNA Pfizer-BioNTech (BNT162B2).

La presenza della proteina spike stessa non è però stata testata. Gli autori di questo studio invitano alla cautela, date le piccole dimensioni del campione e la durata dello studio di una sola settimana post-esposizione.

A differenza di questo studio, i sistemi di segnalazione volontaria come VAERS hanno ricevuto numerose segnalazioni di porpora trombotica trombocitopenica (TTP), disturbi gastrointestinali, eruzione cutanea, reazione anafilattica e morte … in seguito all'esposizione al latte materno di una madre recentemente vaccinata.”

Lo studio di Obstetrics & Gynecology aggiunge ulteriori dati che i vaccini stanno influenzando aspetti della fertilità e della riproduzione modificando la durata del ciclo mestruale. IPAK ritiene che i dati siano già abbastanza convincenti per ritirare i vaccini per le popolazioni vulnerabili, notando quanto segue:

“Considerando le prove qui presentate, suggeriamo l'immediato ritiro dell'uso del vaccino mRNA in gravidanza (categoria X) e per chi sta allattando, insieme al ritiro dei vaccini mRNA per i bambini o per chi è in età fertile nella popolazione generale, finché non saranno accertati dati più convincenti relativi alla sicurezza e agli impatti a lungo termine su fertilità, gravidanza e riproduzione in questi gruppi.”