La ricerca moderna rivela che il cuore ha una mente propria

cuore e cervello

BREVE RIASSUNTO-

  • Modi di dire come “ti amo con tutto il cuore"; "il mio cuore si è riempito di gioia"; il riferimento a qualcuno che ha il "cuore spezzato" o un "cuore di pietra": quanto di questo linguaggio poetico si basa su qualcosa di reale?
  • Il cervello e il cuore lavorano insieme per produrre emozioni. Il cuore contiene di fatto neuroni, simili a quelli del cervello e questi due sono strettamente collegati, infatti creano un insieme simbiotico
  • L’amigdala elabora la paura in combinazione ai segnali dal cuore. Questa connessione si attiva anche quando provi sentimenti di compassione ed empatia

Del Dott. Mercola

Nel documentario "Of Hearts and Minds", il documentarista scientifico David Malone esplora il cuore umano, mettendo a confronto la moderna visione scientifica che lo raffigura come una semplice pompa, contro la lunga storia che lo vede come simbolo dell'amore, centro della saggezza innata e del carattere umano.

Il film inizia in una sala operatoria dove è in corso un intervento a cuore aperto e Malone intervista il chirurgo Francis Wells, sul funzionamento meccanicistico e bioelettrico del cuore.

A questo viene contrapposto la visione poetica del cuore come organo sorgente dell'amore, dotato di un'intelligenza tutta sua. Secondo Wells, il cuore è una pompa e niente di più.

Puoi sostituirlo con uno artificiale e ciò non influirà sulla tua capacità di amare. Eppure, l'idea che il cuore sia in qualche modo un organo che prova emozioni rimane.

Il cuore: un organo di verità ed emozione

I modi di dire che utilizzano il cuore come simbolo dell’amore si riferiscono a qualcosa di biologicamente vero, esposto in termini poetici?

Malone cerca di rispondere nel film, quesito, secondo lui, importante perché secondo lui il modo in cui vediamo il nostro cuore è un riflesso di come ci figuriamo come esseri umani.

Gli antichi egizi vedevano il cuore come un organo di verità. In effetti, sembra essere in grado di dirti la verità su come ti senti e su quello che pensi sia giusto o sbagliato. Quando menti, ad esempio, il tuo battito cardiaco tende ad accelerare.

Più avanti nel film, Malone passa in rassegna le ultime scoperte scientifiche, per capire se sentimenti ed emozioni provengano davvero dal cervello, o se possono effettivamente avere origine nei nostri cuori.

Le prime scoperte sono quelle di Leonardo Da Vinci che ha descritto come il sangue scorre attraverso il cuore e come funzionano i vortici all'interno dei ventricoli nel il cuore, per cui le valvole si aprono e si chiudono a ogni battito cardiaco. Questa descrizione è ben lontana dalla visione meccanicistica del cuore come una semplice pompa a colpo singolo.

I disegni e gli esperimenti di Leonardo rivelano una bellezza armonica: un'opera d'arte e contemporaneamente una macchina perfetta.

Il "cervello" nel tuo cuore

Gli studi di David Paterson, dottore di ricerca, professore presso l'Università di Oxford, riguardano le due aree, quella cervello e del cuore. Il suo lavoro mostra che il cervello non è l'unica fonte di emozioni, ma in effetti, cuore e cervello funzionano insieme nel produrle.

Il cuore in realtà contiene neuroni, simili a quelli del cervello, e le due parti sono strettamente connesse, infatti creano un insieme emotivo simbiotico. Come viene dichiarato nel film:

"Quando il tuo cuore riceve segnali dal cervello tramite i nervi simpatici, pompa più velocemente. E quando riceve segnali attraverso i nervi parasimpatici, rallenta."

Anche se questo sembra supportare l'idea che il cuore segue semplicemente gli ordini del cervello, la realtà è molto più complessa. Il cuore contiene anche migliaia di neuroni specializzati, situati prevalentemente intorno alla superficie del ventricolo destro, che formano una rete complessa. Perché la natura li ha messi lì?

I neuroni consentono al cervello di formare pensieri. Allora cosa ci fanno intorno al ventricolo destro del cuore? Gran parte di questi neuroni del cuore sono ancora sconosciuti, ma una cosa è certa: il "cervello" comunica ripetutamente con quello nella testa. È una strada a doppio senso.

Anche i neuroni nel tuo cuore prendono decisioni

Nel film, il professor Paterson mostra un pezzo di tessuto cardiaco di un coniglio, non il cuore intero, ma solo la parte del ventricolo destro, dove sono raggruppati i neuroni.

Se mantenuto in una vasca con sostanze nutritive e un flusso costante di ossigeno, questo pezzo sospeso di tessuto cardiaco batte autonomamente, anche se è staccato dall’organismo e il sangue non scorre.

Il professore dimostra come inviando un impulso elettrico a questo tessuto tramite un elettrodo, questo rallenti immediatamente le sue contrazioni: una "decisione" presa dai neuroni nel tessuto in risposta alla stimolazione.

Un piccolo elegante esperimento per dimostrare che sono i neuroni del tuo cuore - e non quelli del cervello - a decidere come si comporterà il muscolo. Questa scoperta riporta la nostra visione del cuore verso le sue origini più poetiche e filosofiche.

Come afferma Malone:

"Il cuore è una pompa che risponde quando il cervello glielo chiede, ma non ne è schiavo. La sua relazione con il cervello è più simile a un matrimonio... con una dipendenza reciproca. Sembra che la scienza stia ora restituendo al cuore qualcosa che gli appartiene di diritto: le nostre emozioni".

Emozioni negative intense mettono a rischio la salute del tuo cuore

L'interazione tra il cervello e il cuore può mostrare come l’emotività e la mente influiscano sulla tua salute, con particolare riguardo a quella del cuore. La rabbia intensa, ad esempio, aumenta il rischio di attacco di cuore di cinque volte e il rischio di ictus di tre volte.

Lo stesso per il dolore intenso dovuto alla perdita di una persona cara. Il giorno immediatamente successivo al lutto, il rischio di infarto aumenta di 21 volte e rimane sei volte superiore al normale per diverse settimane.

La ricerca mostra anche come le persone esposte a esperienze traumatiche, ad esempio veterani di guerra, persone sopravvissute all’uragano Katrina e i cittadini greci alle prese con la crisi, hanno tassi più elevati di problemi cardiaci rispetto alle altre persone.

In uno di questi studi, che ha coinvolto quasi 208.000 veterani di età compresa tra 46 e 74 anni, il 35% di quelli con diagnosi di disturbo da stress post-traumatico (PTSD) ha sviluppato resistenza all'insulina in due anni, rispetto ad appena il 19% delle altre persone.

Chi soffre di sindrome da stress post traumatico ha anche tassi più elevati relativi alla sindrome metabolica, una serie di fattori di rischio che aumentano la possibilità di sviluppare malattie cardiache, come grasso corporeo elevato, colesterolo, pressione sanguigna e livelli di zucchero nel sangue. Più della metà (circa il 53%) dei veterani con PTSD aveva molti di questi sintomi, rispetto al 37% di quelli che non soffrivano di PTSD.

Una prospettiva positiva riduce il rischio di attacchi di cuore

Se le emozioni negative sono potenzialmente in grado di danneggiare il cuore, è logico che quelle positive possano guarirlo. Su quasi 1.500 persone con un rischio maggiore di malattia coronarica a esordio precoce, coloro che hanno riferito di considerarsi allegri, rilassati, soddisfatti della vita e pieni di energia, hanno avuto una riduzione di un terzo degli eventi coronarici, come l’infarto.

Le persone a più alto rischio di eventi coronarici hanno goduto di una riduzione del rischio ancora maggiore quasi del 50%, anche in presenza di fattori di rischio come fumo, età e diabete. Allo stesso modo, ricerche separate hanno scoperto che:

  • Il benessere psicologico positivo è associato a un rischio ridotto consistente di malattia coronarica (CHD)
  • La vitalità emotiva può proteggere dal rischio di malattie croniche negli uomini e nelle donne
  • Le persone malate di cuore allegre vivono più a lungo di quelle pessimiste
  • Chi è molto ottimista ha minori rischi di morire per qualsiasi causa, non solo per malattie cardiache, rispetto alle persone altamente pessimiste

Sì, il tuo cuore influisce anche sulla tua mente

In un test, a Malone stesso vengono mostrate una serie di immagini di volti neutri e spaventati, alcuni sincronizzati con il suo battito cardiaco e altri no. È interessante notare che, quando erano in sincronia con il suo battito cardiaco, li percepiva come più intensamente spaventati.

Il modo in cui la mente ha elaborato la percezione della paura è stato, quindi, influenzato dal cuore. Quando il cervello elaborava l'immagine in sincronia con il cuore, c'era una maggiore "risonanza" nell'output emotivo.

Osservando le scansioni cerebrali effettuate durante il test, i ricercatori sono in grado di individuare con precisione la regione cerebrale interessata dal cuore, ovvero l'amigdala, un'area nota per essere associata alla percezione della minaccia. L’amigdala elabora la paura in combinazione con i segnali del cuore. Questa connessione cervello-cuore funziona anche quando provi sentimenti di compassione ed empatia con gli stati emotivi di altre persone.

Come dice Malone, "è il nostro cuore, in tandem con il nostro cervello ci permette di provare sentimenti per gli altri... In definitiva è ciò che ci rende umani... La compassione è il dono del cuore alla mente razionale".