Le foreste stanno per diventare geneticamente modificate

Sottoposto a fact-checking
castagno

BREVE RIASSUNTO-

  • Gli scienziati lavorano dall'inizio degli anni '90 per sviluppare un castagno americano geneticamente modificato resistente a un fungo che aveva quasi spazzato via la specie
  • Le foreste lungo la costa est degli Stati Uniti una volta ospitavano miliardi di castagni americani che fornivano sostentamento per animali ed esseri umani
  • Gli agricoltori facevano ingrassare i loro maiali e le loro vacche, permettendo loro di andare a procacciarsi le castagne in autunno, mentre gli abitanti degli Appalachi raccoglievano e vendevano le castagne
  • Un ceppo di alberi geneticamente modificati permetterebbe di diffondere altre piante geneticamente modificate nella foresta. È impossibile monitorare gli alberi geneticamente modificati o prevedere il loro impatto sull'ambiente

Del Dott. Mercola

Molto prima che i primi coloni arrivassero in Nord America fino a metà degli anni '50, c'erano miliardi di castagni americani (Castanea dentata) che ricoprivano le foreste dal Maine alla Florida. Nel 2015, nel Maine, venne scoperto un castagno solitario dall’età stimata di 100 anni, con un'altezza di ben 35 metri.

Maestoso da vedere, quest’albero produceva anche frutti commestibili che potevano essere macinati in farina, stufati in budini o arrostiti e consumati direttamente dal guscio. I primi nativi americani utilizzavano le foglie per trattamenti medici e il legno era diffuso per la costruzione delle capanne.

Spesso, i primi 15 metri del tronco erano puliti, privi di rami o nodi, un sogno per un costruttore. Questi alberi crescevano velocemente e non marcivano, un’ottima opzione per pali del telefono e traversine ferroviarie.

Il New York Times riporta che nel 1915 un autore stimò che il castagno fosse "l’albero più tagliato" in America. Quando il Nord America venne colonizzato, i castagni americani costituirono la base dell'agricoltura negli Appalachi. Il New York Times riporta che nel 2005 lo storico Donald Davis scrisse:

“Con la morte del castagno, è morto un intero mondo, eliminando pratiche di sussistenza eseguite negli Appalachi per più di quattro secoli.”

Inoltre, il castagno americano forniva cibo per gli animali della foresta, tra cui cervi, scoiattoli e orsi. A differenza delle querce con cicli di ghiande irregolari, gli alberi di castagno fanno un raccolto ogni anno. Nel tardo autunno, gli agricoltori locali inviavano i loro maiali e bovini a foraggiare sulle castagne che erano maturate e cadute al suolo.

La peronospora ha ridotto gli alberi maestosi ad arbusti

Verso la fine del XX secolo, si insidiò negli Stati Uniti un fungo che ha quasi raso al suolo quasi tutti castagni americani maturi, passando attraverso ceppi di vivaio infetti e importati dalla Cina. L’U.S. Department of Agriculture National Invasive Species Information Center riporta che la peronospora fu identificato per la prima volta su castagni morenti nello zoo del Bronx.

Il fungo è stato chiamato parassitica Cryphonectria e potrebbe essere arrivato nel territorio nel 1893. Non molto dopo che gli Stati hanno iniziato a segnalare la morte di castagni americani. Attualmente, gli alberi sono così rari che la scoperta di un castagno americano in natura verrebbe riportato nella stampa nazionale.

Come però riporta l'American Chestnut Foundation, l'albero non si è completamente estinto ma, piuttosto, è considerato "funzionalmente estinto" perché il fungo non colpisce la radice.

Il castagno americano è altamente suscettibile al fungo come lo è il castagno europeo. Ma il castagno cinese ha una certa resistenza all'infezione in quanto manifesta solo un piccolo cancro alla corteccia.

Il fungo è un ascomicete, noto anche come sac fungi perché ha una struttura a sacco con quattro-otto ascospore in fase sessuale. Alcuni dei più grandi e più comunemente noti Ascomycetes sono i funghi spugnole e tartufi. Altri agenti patogeni dello stesso gruppo sono quelli che causano la malattia dell'olmo olandese e la ticchiolatura del melo.

Il fungo può infettare un albero attraverso piccole ferite alla corteccia, alcune piccole come quelle create dagli insetti, oltre a crescere sotto la corteccia e produrre vesciche giallo-marrone. Infine, l'infezione si fa strada intorno al tronco, impedendo l’apporto di sostanze nutritive e acqua.

L'infezione viene chiamata peronospora e fa morire i rami rapidamente. Il fungo però può infettare rami, fusti e tronco di qualsiasi dimensione. Dopodiché, cresce rapidamente e continua a crescere dopo che l'albero è morto.

Dato che la malattia non colpisce le radici dell'albero, la specie continua a sopravvivere inviando germogli attraverso il ceppo. Inevitabilmente, però, soccombono alla malattia. Eppure, un sondaggio del Forest Service dell'USDA ha scoperto che esistono 60 milioni di questi germogli che crescono nelle foreste dello stato di New York.

Come sono nati i castagni geneticamente modificati

Anche se gli Stati Uniti hanno perso altre piante e animali, estinti, il castagno americano sembra avere un legame emozionale particolare con la popolazione che ha spinto alcuni a produrre una modificazione genetica nella speranza di riportarlo in vita. Il New York Times riporta che questo processo potrebbe essere iniziato nel 1989 quando Herb Darling ricevette una chiamata in merito al castagno americano sulla sua proprietà.

L'albero era alto cinque piani e largo circa un metro, ma stava morendo per la malattia fungina. Incapace di salvare l'albero, decise di conservare i semi. Ma visto che l'albero non ne stava producendo, andò a cercare un albero maschio per fertilizzarne i fiori.

Dopo un tentativo fallito, l'albero produsse circa 100 semi. Ne piantò alcuni e inviò gli altri a Charles Maynard e William Powell, genetisti della State University of New York College of Environmental Science and Forestry. Da lì, partì il movimento per progettare un nuovo castagno americano che avrebbe potuto resistere alla peronospora.

Nonostante il desiderio di vedere questi alberi ripopolare le foreste, alla fine i risultati si sarebbero potuti rivelare disastrosi. Inizialmente, Darling cercò supporto dalla American Chestnut Foundation, ma il gruppo era diffidente verso l'ingegneria genetica.

Il primo tentativo di inserire un composto antimicrobico nei geni degli alberi ebbe origine dalle rane. Dopo diversi anni, questo approccio venne abbandonato, quando il team temette che il pubblico avrebbe avuto problemi con un albero contenente della genetica anfibia. Il passo successivo fu quello di cercare un singolo gene resistente nel castagno cinese che non presentava problemi con il fungo.

Però, come gli scienziati hanno poi scoperto, il castagno cinese è un organismo complesso che utilizza più geni per proteggersi contro la peronospora. Nel 1997, Powell trovò un articolo scientifico che descrive come l'inserimento di un gene dal grano espresso oxalate ossidasi ha protetto una pianta contro il fungo di produzione di ossalato, che produceva il fungo di castagno.

Scienziati frustrati dai regolamenti per proteggere la foresta

Nel 2013, il team ha annunciato il successo nella creazione di una versione del castagno americano che potrebbe difendersi contro il Cryphonectria parasitica. Ogni iterazione successiva dell'albero ha preso il nome da Darling.

Nel 2018, Powell a un incontro della American Chestnut Foundation ha presentato il suo progetto di ricerca lungo tre decenni, avvertendo i partecipanti che, anche erano stati superati molti ostacoli tecnici per la produzione di un albero transgenico resistente alla peronospora, ora stavano affrontando una sfida persino più grande: l’approvazione per piantare un albero transgenico in natura.

Il processo di approvazione è iniziato con un rapporto di 3.000 pagine, inviato alla filiale dell'USDA responsabile della regolamentazione delle piante geneticamente modificate. Il team prevede anche di presentare petizioni affinché la FDA possa esaminare la sicurezza alimentare dei semi e con l'EPA rivedere l'impatto che l'albero può avere secondo la legge federale sui pesticidi. Il New York Times ha riportato una conversazione durante la riunione:

“‘È una questione più complicata della scienza!’ disse qualcuno tra il pubblico. ‘Già,’ Powell concordò. ‘La scienza è assurda. Il che è frustrante.’ (‘Essere regolati da tre diverse agenzie è un po' troppo,’ mi disse più tardi. ‘Questo soffoca l'innovazione nella conservazione ambientale.’)”

È fondamentale ricordare che il rilascio di organismi geneticamente modificati in natura comporta un certo fattore di rischio. Anche se i ricercatori possono essere frustrati dai regolamenti, senza la minima supervisione attualmente in vigore, l'approvvigionamento alimentare potrebbe venirne gravemente compromesso.

Vi è però una buona percentuale di alimenti che si comprano regolarmente che contengono una certa quantità di ingredienti geneticamente modificati. Il Centro per la Sicurezza Alimentare elenca i potenziali rischi per la salute che possono essere causati dall'alterazione genetica degli alimenti umani e animali. Questi includono:

Gli scienziati non hanno identificato l'impatto degli alberi geneticamente modificati

Ad ogni modo, mentre agli scienziati hanno detto al New York Times che intendono presentare un rapporto alla FDA per ricevere un giudizio sulla sicurezza alimentare delle castagne, Gary Ruskin, co-direttore dell’US Right to Know, scrive che la FDA ha ripetutamente chiarito che non è compito loro verificare se gli alimenti geneticamente modificati siano sicuri o meno.

“Come spiega Jason Dietz, analista politico della FDA sul cibo geneticamente modificato: ‘È responsabilità del produttore assicurare che il prodotto sia sicuro. O, come ha detto la portavoce della FDA Theresa Eisenman, è responsabilità del produttore garantire che i prodotti alimentari [OGM] messi in vendita siano sicuri …’”

In un libro bianco prodotto da The Campaign to STOP GE Trees, Biofuelwatch and Global Justice Ecology Project, si suggerisce che il castagno americano geneticamente modificato sia un caso di prova per determinare se il pubblico "sosterrà la biotecnologia per la conservazione delle foreste", aprendo il campo per la produzione di più alberi geneticamente modificati. Citando il genetista David Suzuki, si legge:

“Siamo ancora all'inizio della comprensione di ciò che stiamo facendo. La fretta di applicare queste idee di [ingegneria genetica] è assolutamente pericolosa, perché non abbiamo idea di quali saranno gli impatti a lungo termine delle nostre manipolazioni.”

Mentre Powell e Maynard avanzano con l'attuale sostegno dell’American Chestnut Foundation e altri membri interessati a ripopolare la foresta di alberi geneticamente modificati, la The Campaign to STOP GE Trees mette in luce molte delle questioni relative alla sicurezza e al futuro dell'ambiente che non sono state ancora affrontate.

“Localizzare e monitorare il progresso di tutti gli alberi geneticamente modificati e della loro progenie sarà quasi impossibile, soprattutto per un lungo periodo di tempo. Si è discusso in merito al fatto di piantare gli alberi geneticamente modificati lentamente, in più fasi, per migliorarne il monitoraggio. Il buon senso e l'esperienza passata con le colture geneticamente modificate suggeriscono però che il monitoraggio non è fattibile.

Il rilascio di alberi geneticamente modificati nelle foreste naturali solleva alcune importanti questioni e preoccupazioni circa i potenziali rischi. Ad esempio: i semi di castagno geneticamente modificati saranno sicuri da mangiare? Questi alberi saranno sicuri per i suoli, i corsi d'acqua, i funghi, gli impollinatori e altre specie animali e vegetali presenti negli ecosistemi forestali limitrofi?

Inalare polline di castagno geneticamente modificato sarà dannoso? L'introduzione di castagni geneticamente modificati presenta rischi per i pochi alberi di castagno nativi rimasti, o per i frutteti appartenenti a programmi ibridi di backcross?

Api, farfalle, scoiattoli, uccelli ed esseri umani possono prendersi i semi e respirare il polline soffiato nel vento. Una volta che gli alberi ingegnerizzati si diffonderanno nelle foreste, l'esperimento sarà irreversibile. Non vi è modo di impedire la diffusione dei castagni geneticamente modificati, anche al di là dei confini culturali o giurisdizionali.

Prima di poter valutare i rischi, dobbiamo chiederci: abbiamo strumenti, informazioni, tempo e saggezza necessaria per condurre adeguate valutazioni del rischio? Solo allora potremo stabilire se valga la pena correre dei rischi”.

La biotecnologia può ostruire il corso naturale

Anne Petermann ha scritto sul Scranton Times-Tribune che piantare questi alberi geneticamente modificati apre la porta ad altre piante geneticamente modificate potenzialmente rischiose. Il fatto è che un albero non può essere sostituito da un ‘fac-simile’ geneticamente modificato. Peterman dice che non si parla di "restauro, ma di un esperimento incontrollato nelle nostre foreste."

È impossibile avere lo stesso numero di castagni americani che vivevano all'inizio del 1900. Ci sono però delle ricerche attualmente in corso per aiutare la specie a recuperare. La prima riguarda l'allevamento per la resistenza. I ricercatori hanno sperimentato l'incrocio di castagni cinesi con il castagno americano.

Il castagno cinese è però molto più basso e si diffonde in larghezza piuttosto che in lunghezza. Anche se il processo è avanzato lentamente, l’American Chestnut Foundation ha ottenuto un certo successo nello sviluppo di un ibrido che è di 15/16 castagno americano con il gene della resistenza. Hanno prodotto una linea di alberi che sembrano resistere alla peronospora nei siti di prova.

Un'altra ricerca ha mirato ad abbassare la virulenza dei funghi. Esperimenti con castagni europei infetti mostrano che i funghi avevano sviluppato Hypovirulence o erano diventati meno tossici per gli alberi. I ricercatori hanno trovato RNA a doppio filamento all'interno dei funghi che poi hanno scoperto fosse un virus, il quale ha reso meno virulento il fungo.

Questo trattamento è sembrato promettente in Europa e Michigan. Purtroppo, non ha avuto lo stesso successo lungo le coste orientali del Nord America. I ricercatori sono riusciti a trattare terapeuticamente le infezioni individuali, ma l'utilizzo di questa strategia a livello di popolazione dipende dalla natura. Petermann ritiene che gli alberi geneticamente modificati minacciano di ostruire la reintroduzione degli alberi naturali.

“Dato che i castagni geneticamente modificati sono stati sviluppati in laboratorio, in un modo che non potrebbe mai verificarsi in natura (forzando i geni provenienti da piante di frumento non correlate nel DNA degli alberi), non c'è modo di sapere come risponderanno in natura.

Infatti, i ricercatori che promuovono la produzione di questi alberi non hanno fatto alcuna valutazione di rischio a lungo termine per determinare in che modo questi alberi interagiranno in una foresta naturale nel corso del tempo, o che impatto avranno sulla salute umana.”

Il 17 gennaio 2020 è stata presentata la petizione per deregolamentare il castagno americano Darling 58. La The Campaign to STOP GE Trees ha sviluppato diversi punti di discussione da proporre quando il Servizio per l'Ispezione Animale e Fitosanitaria ha accolto le opinioni. La scadenza per presentare le opinioni pubbliche era il 19 ottobre 2020. Al momento l'USDA li sta esaminando prima di pronunciarsi.