Del Dott. Mercola
Secondo la National Stroke Association, l'ictus è la prima causa di disabilità a lungo termine e la quarta causa di morte negli Stati Uniti. La tipologia più comune è quella chiamata "ictus ischemico", risultante da un'ostruzione in un vaso sanguigno che invia il sangue al cervello. Una volta che si subisce un ictus, il danno, se si sopravvive, può essere assolutamente devastante.
Fortunatamente, è possibile prevenire fino all'80% degli ictus. Secondo i ricercatori, fattori legati allo stile di vita come la dieta, l'esercizio fisico, l'indice di massa corporea, i livelli di zucchero nel sangue, la pressione sanguigna e il fumo possono avere un'incidenza diretta sul rischio individuale.
Ci sono anche prove scientifiche dell’incidenza anche del livello di vitamina D, del grounding, dello stress e dell'uso di statine, terapia ormonale sostitutiva e/o pillole anticoncezionali sul rischio di ictus.
Anche piccoli cambiamenti nelle abitudini possono fare una grande differenza
Daniel Lackland, professore di neuroscienze presso la Medical University of South Carolina e portavoce dell'American Heart Association, ha sviluppato una scala di fattori riguardanti lo stile di vita che hanno un impatto sul rischio di ictus, chiamata "Life's Simple Seven" che include:
Attenzione alle raccomandazioni dietetiche errate
Per prima cosa, in relazione al colesterolo e al rischio di ictus, occorre puntare a un giusto equilibrio, che si ottiene attraverso una dieta sana e con l’adeguato esercizio fisico. Vale la pena considerare che si è scoperto che i farmaci per abbassare il colesterolo, noti come statine, in realtà aumentino il rischio di ictus.
Il colesterolo totale non dice praticamente nulla sul rischio di malattie, a meno che non sia eccezionalmente elevato (sopra 330 circa). In questo caso, sarebbe indicativo di ipercolesterolemia familiare, ed è, a mio avviso, praticamente l'unica volta in cui sarebbe corretto assumere un farmaco per abbassarne il livello.
I due rapporti che sono indicatori di gran lunga migliori del rischio di malattie cardiache sono:
1. Il rapporto HDL/colesterolo totale — la percentuale di HDL è un indicatore molto potente del rischio di malattie cardiache. Basta dividere il livello di HDL per il colesterolo totale. La percentuale ideale dovrebbe essere superiore al 24%. Sotto il 10 percento, è un indicatore significativo di rischio di malattie cardiache
2. Il rapporto trigliceridi/HDL che dovrebbe idealmente essere inferiore a 2
Per la dieta, ti consiglio di esaminare attentamente le raccomandazioni standard, che includono la riduzione dei grassi saturi e del colesterolo alimentare.
È importante capire che il colesterolo è in realtà fondamentale per la salute, perché svolge funzioni essenziali all'interno delle membrane cellulari, per il corretto funzionamento del cervello e la produzione di ormoni steroidei.
Anche la vitamina D è sintetizzata da un parente stretto del colesterolo: il 7-deidrocolesterolo. In effetti, ora abbiamo prove certe del fatto che la carenza di colesterolo ha un impatto negativo virtualmente su ogni aspetto della tua salute.
Per esempio abbiamo motivo di credere che diete a basso contenuto di grassi e/o farmaci per abbassare il colesterolo possano causare o contribuire al morbo di Alzheimer, oltre a comportamenti violenti, a causa di cambiamenti negativi nella chimica del cervello.
Inoltre, gli studi scientifici hanno dimostrato che il colesterolo alimentare ha poco a che vedere con l'aumento del colesterolo sierico. Sebbene i tuorli d'uovo, per esempio, siano relativamente ricchi di colesterolo, numerosi studi hanno confermato che le uova non hanno praticamente nulla a che fare con l'aumento dello stesso.
In più, una ricerca pubblicata sull'International Journal of Cardiology ha dimostrato che, negli adulti sani, mangiare uova ogni giorno non ha alcun un effetto negativo sulla funzione endoteliale (una misura aggregata del rischio cardiaco), né ha aumentato i livelli di colesterolo.
La maggior parte dei grassi saturi fa davvero bene
Lo stesso si può dire per i grassi saturi, che ci forniscono i “mattoni” per le membrane cellulari e una varietà di ormoni e sostanze simili. Agiscono anche come portatori di importanti vitamine liposolubili, come la A, D, E e K.
I grassi alimentari sono necessari anche per la conversione del carotene in vitamina A, per l'assorbimento dei minerali e per una serie di altri processi biologici. Quando mangi grassi saturi all’interno del tuo pasto, essi stessi rallentano il relativo assorbimento del cibo e fanno in modo che tu possa sentirti sazio più a lungo.
È importante però capire che non tutti i grassi saturi sono uguali, ma presentano sottili differenze che possono portare a profondi implicazioni per la salute. Se eviti tutti i grassi saturi in blocco, però, probabilmente la tua salute ne risentirà.
Esistono infatti più di una decina di tipi diversi di grassi saturi, mentre quelli consumati prevalentemente sono solo tre: acido stearico, acido palmitico e acido laurico.
È già stato stabilito che l'acido stearico (presente nel cacao e nel grasso animale) non ha effetti negativi sui livelli di colesterolo: viene convertito nel fegato in grasso monoinsaturo chiamato acido oleico.
Gli altri due, palmitico e laurico, aumentano il colesterolo totale. Tuttavia, dato che aumentano il colesterolo "buono" tanto o più del colesterolo "cattivo", in realtà riducono il rischio di malattie cardiache.
Le fonti di grassi sani includono:
Avocado |
Burro derivato da latte biologico di animali nutriti a erba (grass fed) |
Latticini crudi |
Tuorli d'uovo biologici di galline allevate a terra |
Noci di cocco e olio di cocco |
Oli di nocciola biologici non riscaldati |
Noci crude, come mandorle e pecan, e semi |
Carne di bestiame nutrito con erba (grass fed) |
Anche le fibre possono essere importanti per la prevenzione dell'ictus
Alcuni ricercatori, sulla base dei dati di otto studi osservazionali, hanno scoperto che per ogni sette grammi di fibre in più al giorno che consumi, il rischio di ictus diminuisce del 7%.
Le fibre sono le parti non digeribili delle piante, solubili o non solubili e si è scoperto che quella idrosolubile riduce maggiormente il rischio di ictus.
La fibra solubile può anche spingere cibo, zuccheri, colesterolo e grassi in modo pulito attraverso il tratto digestivo e nella formazione di batteri benefici dell’intestino: un aspetto fondamentale per una salute ottimale.
Alcune fonti salutari di fibra solubile sono:
- Semi di chia
- Frutti di bosco
- Verdure come i broccoli e i cavoletti di Bruxelles
- Radici commestibili e tuberi, tra cui le cipolle e le patate dolci
- Mandorle
Di norma vengono previsti 25 grammi di fibre al giorno, ma credo che la maggior parte delle persone ne abbia bisogno di 32 grammi al giorno.
Idealmente, la tua dieta dovrà contenere cibi ricchi di fibre sia solubili che insolubili, quali:
- Bucce di semi di psillio, lino e semi di chia
- Fagiolini
- Cavolfiori
- Fagioli secchi
- Piselli
Altre linee guida per la prevenzione degli ictus
È importante rendersi conto che fino all’89% degli ictus, secondo quanto calcolato dalla National Stroke Association, si possono prevenire, quindi il tuo stile di vita ha molto “da dire” sulla possibilità che si verifichi o meno un ictus.
L'esercizio fisico è chiaramente in cima alla lista in termini di raccomandazioni. Il mantenimento di un programma di allenamento regolare contribuirà notevolmente a migliorare la segnalazione dei recettori di insulina e leptina.
Consiglio un programma completo che includa esercizi di Peak Fitness insieme a un allenamento di forza super lento, stretching attivo isolato e allenamento della zona del core.
Anche dopo l’ictus, l'esercizio è molto importante. La ricerca dimostra che può migliorare in modo significativo sia il recupero mentale sia quello fisico. Oltre all'esercizio fisico e ai fattori dietetici specifici già discussi sopra, altri fattori dello stile di vita che possono avere un impatto diretto sul rischio di ictus includono:
Carni lavorate — È stato dimostrato che alcuni conservanti, come il nitrato (normale e di sodio) presente nelle carni affumicate e lavorate danneggiano i vasi sanguigni, aumentando il rischio di ictus. Consiglio di evitare tutte le forme di carni lavorate, optando invece per quelle biologiche, di animali nutriti a erba o al pascolo. |
Bevande gassate dietetiche — La ricerca presentata alla conferenza internazionale sull'ictus dell'American Stroke Association nel 2011 ha mostrato che anche solo bere una bevanda gassata dietetica al giorno può aumentare il rischio di ictus del 48%.
Idealmente, cerca di eliminare tutte le bevande gassate dalla tua dieta, che contengono da sole quasi il doppio della dose giornaliera raccomandata da me di fruttosio. |
Carenza di vitamina D — Secondo una ricerca presentata alle sessioni scientifiche annuali dell'American Heart Association (AHA) nel 2010, livelli bassi di vitamina D, il nutriente essenziale ottenuto dall'esposizione alla luce solare, raddoppiano il rischio di ictus nei caucasici.
Per fare in modo che i tuoi livelli siano nel range salutare di 50-70 ng/ml, la soluzione migliore è un'adeguata esposizione al sole. Se l'esposizione al sole non ti è possibile, puoi utilizzare un lettino abbronzante sicuro (con reattori elettronici anziché magnetici, per evitare un'esposizione non necessaria ai campi EMF).
Come ultima risorsa, puoi assumere un integratore di vitamina D3. La ricerca suggerisce che l'adulto medio abbia bisogno di assumere 8.000 UI di vitamina D al giorno per aumentare i propri livelli oltre i 40 ng/ml, che è il minimo assoluto per la prevenzione delle malattie.
Se opti per un integratore, devi anche assicurarti di ricevere una quantità sufficiente di vitamina K2, che agisce in sinergia con la vitamina D e attiva la proteina GLA della matrice, che inibisce la calcificazione arteriosa. |
Stress — Secondo uno studio del 2008 pubblicato su rivista, più si è stressati, maggiore è il rischio di ictus. I ricercatori hanno effettivamente scoperto che per ogni punto in meno nella scala di benessere, il rischio di ictus è aumentato dell'11%. Non sorprende che il rapporto tra stress psicologico e ictus sia più pronunciato quando l'ictus è fatale. |
Terapia ormonale sostitutiva (HRT) e pillole anticoncezionali — Se utilizzi un metodo anticoncezionale a base di ormoni (che sia la pillola, il cerotto, l'anello vaginale o l'impianto sottocutaneo), è importante avere presente che stai assumendo progesterone ed estrogeni sintetici, chiaramente poco d’aiuto per mantenere una salute ottimale. Sono contraccettivi che contengono gli stessi ormoni sintetici usati nella terapia ormonale sostitutiva (HRT), che presenta effetti ben documentati, tra cui un aumento del rischio di coaguli di sangue, ictus, infarto e cancro al seno. |
Statine — Le statine vengono spesso prescritte per ridurre il rischio di malattie cardiache e ictus. Tuttavia, una ricerca mostra che questi farmaci, pensati per abbassare il colesterolo di fatto aumentano il rischio di un secondo ictus se ne hai già avuto uno.
Ci sono due ragioni per cui questo potrebbe accadere: i farmaci abbassano troppo il colesterolo, al punto da aumentare il rischio di sanguinamento cerebrale, oppure possono influenzare i fattori di coagulazione nel sangue, aumentando il rischio di sanguinamento. |
Grounding — Il camminare a piedi nudi, pratica nota anche come "grounding", ha un potente effetto antiossidante che aiuta ad alleviare l'infiammazione in tutto il corpo. Il corpo è accuratamente sintonizzato per "lavorare" con la Terra: c’è un flusso costante di energia tra il nostro corpo e la Terra. Quando si mettono i piedi a contatto con il suolo, si assorbono grandi quantità di elettroni negativi attraverso le piante dei piedi.
Il grounding aiuta a fluidificare il sangue migliorando il suo potenziale zeta. Questo conferisce a ciascuna cellula del sangue una carica più negativa che le aiuta a respingersi a vicenda per mantenerlo fluido e con meno probabilità di formare coaguli, in modo da ridurre significativamente il rischio di ictus.
La ricerca ha dimostrato che occorrono circa 80 minuti affinché gli elettroni liberi dalla terra raggiungano il flusso sanguigno e trasformino il sangue, quindi è opportuno camminare regolarmente a piedi nudi sull'erba o sulla sabbia bagnata per circa 1,5-2 ore, se possibile. |